Il virus accelera, oltre tre milioni di contagi. Nuove regole: mezza Italia verso il lockdown

Per questo buona parte degli esperti di regioni, Iss e ministero della Salute in cabina di regia ieri volevano bruciare i tempi stabilendo da subito di passare direttamente in rosso le regioni con più di 250 casi ogni 100mila abitanti. Dopo un’accesa discussione e forse qualche telefonata esterna al conclave, si è deciso di applicare la regola dal prossimo monitoraggio, sbattendosene dell’Rt inferiore a 1,25 che oggi salva le regioni dal lockdown. Com’è accaduto appunto a Lombardia ed Emilia Romagna dove la curva da tempo si impenna verso l’alto.

Con i numeri di oggi in rosso sarebbero già finite proprio l’Emilia, in compagnia di Marche, Abruzzo e Alto Adige, che in realtà in lockdown ci si è messo da solo. Ma è chiaro che con questa escalation dei contagi il rosso potrebbe diventare la tinta predominante lungo tutto lo Stivale. Che in realtà, come mostra la mappa qui affianco, è già vestito d’Arlecchino, perché al di là delle colorazioni regionali ci sono poi tante macchie di rosso e arancione scuro via via imposte dagli amministratori locali a comuni provincie dove l’effetto varianti si fa più sentire. Covid, Brusaferro: “Adesso il contagio avviene soprattutto a livello familiare”

Tra passaggi di fascia delle regioni e chiusure chirurgiche a livello locale il governo spera di poter almeno rallentare la crescita dei contagi da qui a Pasqua. Ma se così non fosse il ministro della salute Roberto Speranza è già pronto a sfilare dal cassetto il piano B da presentare a Draghi. In pratica di tratterebbe di replicare per due settimane a Pasqua il modello già sperimentato durante le festività natalizie, quando durante i feriali tutta Italia si è tinta di arancione per diventare poi rossa nei festivi e pre festivi. Solo che questa volta si pensa anche di anticipare alle 20 il coprifuoco. Misure draconiane che il premier spera però di lasciare nel cassetto per non dare un colpo alla nuca soprattutto a chi fa impresa nella ristorazione e nel turismo, che sulle vacanze di Pasqua fa affidamento per limitare almeno un po’ le perdite. Zona “arancione rinforzato”: cosa si può fare e cosa no

Certo è che i numeri dell’ultimo monitoraggio dell’Iss non lasciano molto spazio all’ottimismo. Per la quinta settimana consecutiva si conferma un peggioramento nel livello generale di rischio, quello che lo stesso report settimanale definisce dopo aver miscelato 21 indicatori che oltre a numero di casi e contagiosità testano la tenuta dei servizi sanitari. Le regioni giudicate a rischio “alto” passano da cinque a sei e sono Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Marche. A rischio “moderato”, che nel linguaggio un po’ edulcorato del report sta per “medio” erano in 10, sono ora 14 regioni e ben nove di queste sono “ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane”. Coronavirus, la simulazione della dispersione e persistenza nell’aria delle goccioline in una stanza dopo un colpo di tosse

Ma la cosa che preoccupa maggiormente è il fiato sempre più corto degli ospedali, che stanno andando di nuovo verso il sold out. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento con il 26% di letti dedicati ai pazienti Covid contro il 24% della scorsa settimana. E il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in aumento da 2.146 a 2.327. A sua volta anche il numero di persone ricoverate in aree mediche è in aumento, passando da 18.295 a 19.570 pazienti. In molti casi messi anche male, come dimostra l’aumento vertiginoso registrato dall’Aifa delle prescrizioni del contestato antivirale Remdesivir. Che dai dati sulla mortalità fin qui raccolti dalla stessa agenzia del farmaco sembra invece funzionare molto bene. Un’arma buona da usare in attesa del bazooka caricato a vaccini. I polmoni dei pazienti Covid-19 guariti e quelli dei fumatori messi a confronto: ecco le conseguenze del virus

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