Morto Claudio Coccoluto, gli amici del dj: se ne va il maestro più grande

E pensare che, da adolescente, odiava la disco e la black music, salvo diventare più tardi uno dei maestri del genere house. A conquistarlo, l’ascolto di una cassetta di bani mixati da Daniele Baldelli e Mozart, dj resident alla Baia degli Angeli di Gabicce Mare, sulla Riviera Romagnola: «Fui catapultato — ricorderà più tardi — nell’idea che il dj avesse un’essenza creativa». L’apice della sua carriera, la serata che più lo inorgogliva, la performance alla Sound Factory di New York nel ‘91: «In pista c’erano tutti i più grandi, da Louie Vega a Tony Humphries».

Durante il lockdown, quando il mondo dei club si è fermato, è stato tra i più attivi nel sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica sulle difficoltà del settore che, oltre a rappresentare una fucina di sperimentazione al di là del puro intrattenimento, dà lavoro a migliaia di persone: «Chi fa clubbing è un volano culturale per i movimenti giovanili, finora l’approccio delle istituzioni è stato riduttivo —si era sfogato nel maggio dello scorso anno in una conversazione con il Corriere— : sia il governo, sia il Mibact ancora non definiscono un ruolo definitivo per questo comparto, nonostante muova un indotto enorme. La mancanza di interesse e di sussidi crea una condizione pericolosa, i professionisti dovrebbero arrivare vivi a un’ipotetica data di riapertura che nessuno ancora conosce, mentre devono pagare l’affitto, le bollette…». Parole che, adesso, risuonano ancora più forti. L’ultimo dj set in streaming che lo ha visto protagonista dal suo home studio, lo scorso 21 dicembre, sul canale Facebook di Technics.

Centinaia i messaggi di saluto sui social, tra i primi della conduttrice Andrea Delogu, che twitta: «Il maestro. Un uomo che ha regalato la classe che mancava al mestiere del produttore e del dj. Un uomo che ha fatto la storia della musica elettronica». Su Instagram, Linus lo celebra come campione assoluto di un mestiere nel quale la professionalità, oltre l’immagine e i software, fa ancora la differenza: «In ogni mestiere ci sono quelli bravi, quelli molto bravi, e i fuoriclasse. Claudio era uno di questi. Felice di esserti stato amico, spero finalmente tu sia sereno». Turbato e commosso il giornalista Pierluigi Diaco: «Sono attraversato da dolore e sconforto per la scomparsa di un amico, di un uomo che con il suo talento ha saputo regalare gioia e divertimento a milioni di ragazzi. Ricorderò sempre la sua dolcezza e la sua bontà d’animo». E sono in molti a chiedere che martedì sera, nella puntata di apertura del Festival di Sanremo, venga ricordato dal mondo della musica e dello spettacolo: «Se c’è qualcuno che può farlo nel modo migliore, quelli sono Amadeus e Fiorello», è il messaggio che rimbalza sulle bacheche assieme alla profonda tristezza per la perdita di un artista che ha fatto ballare generazioni di giovani. (L’ultima intervista con il Corriere della Sera a giugno)

CORRIERE.IT

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