Covid e paura delle varianti, Berlino chiude le frontiere. Scontro con Parigi

di Stefano Montefiori

Covid e paura delle varianti, Berlino chiude le frontiere. Scontro con Parigi

Dal nostro corrispondente
PARIGI La Germania ha definito la Mosella, territorio francese confinante, come «zona a massimo rischio», il che equivale quasi a una chiusura della frontiera: a partire da martedì 2 marzo i circa 16 mila lavoratori frontalieri francesi potranno passare il confine ed entrare in Germania solo se in possesso di un test molecolare (Pcr) negativo al Covid effettuato nelle 24 ore precedenti. Il ministro agli Affari europei francese, Clément Beaune, si dice «dispiaciuto» per la decisione e rende noto che «stiamo parlando con le autorità tedesche per ottenere un’attenuazione delle misure», per esempio l’accettazione del test antigenico, più rapido del Pcr, e da realizzare ogni 48 o 72 ore invece di 24. Parigi chiede a Berlino di evitare controlli stretti che equivarrebbero a una chiusura di fatto delle frontiere.

La Mosella è uno dei 20 dipartimenti (l’equivalente amministrativo delle province italiane) posti sotto «sorveglianza rafforzata» dal governo francese, e nei giorni scorsi è sfuggita di poco al lockdown localizzato proclamato invece a Nizza, a sud, e a Dunkerque, nel nord del Paese. A preoccupare è soprattutto la grande diffusione della variante sudafricana (circa il 60% dei casi), ritenuta più contagiosa e forse (ma i dati sono ancora incompleti) più resistente ai vaccini attuali. I primi a stabilire una vigilanza particolare sulla Mosella sono stati quindi gli stessi francesi.

Dall’inizio della pandemia il presidente francese Emmanuel Macron è stato l’alfiere della necessità di tenere aperte le frontiere all’interno dell’Unione europea — «Il virus non si ferma alla frontiera», ha sempre ripetuto — raccomandando ai partner europei la ricerca di soluzioni condivise. Ma nel momento in cui anche all’interno dei vari Paesi si fa strada la tendenza a prendere misure su scala locale piuttosto che nazionale, diventa difficile contestare la decisione tedesca, che punta a stabilire controlli più stretti non lungo tutta la frontiera ma laddove è più necessario, cioè al confine con la Mosella.

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