Scuola, Bianchi pensa già all’anno prossimo: “Docenti in classe a inizio settembre”

flavia amabile

ROMA. Il primo settembre a scuola con tutto il personale in servizio e senza riduzioni del corpo docente. Per riuscirci il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è stato al Mef a chiedere che non ci siano tagli all’organico come potrebbe avvenire se si tenesse conto del calo degli iscritti per motivi demografici.

Di questo e di molto altro si è parlato ieri nel primo incontro tra il ministro e i sindacati. Un incontro virtuale ma che, nelle intenzioni del ministro, deve essere il primo di molti regolarizzando il rapporto e il confronto con le organizzazioni sindacali. Clima disteso e commenti positivi al termine per la ripresa di un dialogo in precedenza interrotto.

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I problemi da risolvere restano, però, quelli di sempre. Innanzitutto il precariato: il ministro ha ammesso che ammonta a 213mila insegnanti. Non sono state fornite ancora soluzioni, né sarebbe stato possibile a pochi giorni dall’insediamento. Per Pino Turi, segretario generale della Uil scuola bisogna superare il sistema dei concorsi che «ha mostrato tutti i suoi limiti nella scuola». Servono, invece, «soluzioni alternative». Che fine hanno fatto i nostri ragazzi? Solo a Torino “spariti” 650 studenti in un anno

E’ il principale nodo da sciogliere per assicurare un rientro a settembre con classi finalmente meno affollate e quindi in grado di affrontare meglio un autunno che non si annuncia del tutto libero dalla pandemia. «Al primo settembre ci saranno 220mila cattedre vacanti – avverte Francesco Sinopoli , segretario generale della Flc-Cgil -La scuola non può permettersi un numero così alto di posti da coprire, servono procedure semplificate per mettere in cattedra da subito i precari con almeno tre anni di servizio e serve il consolidamento, almeno sul prossimo anno scolastico, dell’organico Covid dove è stato attivato». «Bisogna scendere al di sotto del tetto di 27 alunni per classe, si dovrebbe arrivare a 20», spiega Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl scuola. Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti ha insistito sulla necessità «inderogabile» di intervenire sull’edilizia scolastica e sulla riduzione del numero di alunni per classe, per superare le classi pollaio. “Mi piaceva studiare, mi hanno bullizzato, ho lasciato la scuola”. I ‘ragazzi interrotti’ raccontano la fatica di essere adolescenti e la scuola ai tempi della DAD

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