Nuovo Dpcm e decreto, oggi le scelte di Draghi: spostamenti tra regioni vietati fino al 27 marzo

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

I provvedimenti di apertura e chiusura delle attività saranno stabiliti e comunicati almeno una settimana prima dell’entrata in vigore, dopo averli concordati con Regioni e Parlamento. Ma alle misure di tipo sanitario dovranno affiancarsi quelle di ristoro economico. È questa la strategia messa a punto dal governo guidato da Mario Draghi per combattere i contagi da Covid-19, ma anche per fare fronte alla crisi finanziaria causata dalla pandemia. L’Italia continuerà ad essere divisa per fasce di colore, ma i parametri per stabilire il livello di rischio potrebbero essere modificati già prima del prossimo Dpcm e si allargheranno le zone rosse lì dove emergono focolai causati dalle varianti del virus. Per ogni intervento — questo ha evidenziato la ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini, al fianco del responsabile della Salute Roberto Speranza, all’incontro con i governatori convocato ieri sera — ci si muoverà dunque seguendo «il doppio binario delle misure di contenimento affiancate a quelle di indennizzo». I presidenti delle Regioni chiedono «un cambio di passo» e lamentano il mancato arrivo dei risarcimenti per i settori «che da mesi hanno dovuto bloccare le proprie attività».

Spostamento tra le Regioni

Oltre al decreto che sarà approvato oggi per prorogare il divieto di spostamento tra le Regioni per 30 giorni – dunque al 27 marzo calcolandola scadenza già fissata per il 26 febbraio – l’esecutivo comincerà a mettere a punto l’elenco delle nuove regole operative dal 6 marzo. «Ci muoveremo in sintonia con gli altri Paesi», ha assicurato il premier Draghi ai ministri incontrati dopo il G7 e con i quali sta mettendo a punto l’agenda in vista del Consiglio europeo di fine settimana. Non a caso Gelmini ha sottolineato la necessità di «soluzioni» da raggiungere con una «vera unità nazionale nel contrasto ad un nemico che purtroppo ha già fatto contare quasi 100mila vittime».

La sera di bar e ristoranti

Con la curva epidemiologica ancora in salita sembra difficile ipotizzare adesso un allentamento generale dei divieti. Primo fra tutti quello che riguarda l’apertura serale di bar e ristoranti. Il Comitato tecnico-scientifico ha già sottolineato i rischi di «procedere a riaperture che rischiano di far salire ulteriormente il numero di contagi perché favoriscono una maggiore circolazione delle persone», specificando però che «la scelta spetta al decisore politico». Entro fine settimana si valuterà se ci sono zone del Paese dove invece la morsa del Covid è meno pericolosa, dunque se ci sono spiragli per valutare una riapertura sia pur graduale di alcune attività.

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