Il superdebito diventa leggero

GUIDO MARIA BRERA

Nella danza delle stelle, ci sono momenti preziosi in cui gli astri si allineano. Si tratta di eventi attesi e rari. Ora, per la prima volta dopo decenni, qualcosa di simile sembra disegnarsi nei cieli del nostro Paese.

Un insieme di condizioni grazie alle quali possiamo dire che l’Italia, oggi, è il luogo del mondo dove investire.

Tutto ha origine negli uomini. E nelle parole, se controllare le parole equivale a controllare ciò che accade. D’altronde sono state tre parole, “Whatever it takes”, ad aver salvato l’Europa da una tempesta perfetta. Tre parole e l’uomo che le ha pronunciate, Mario Draghi. Con la sua forza, la sua reputazione internazionale e la sua capacità. Ora quell’uomo può garantire a tutti noi una stabilità politica che non abbiamo mai avuto in precedenza. E può offrire una visibilità che all’Italia, e a chi ci ha investito, non è mai stata concessa. Si tratta di due e probabilmente sette anni di presenza solida e rilevante sul palcoscenico del mondo. Un lasso di tempo che corrisponde a un’opportunità enorme, senza precedenti.

Non è un mistero che la stabilità sia fondamentale per un Paese, dal momento che ne determina la credibilità. Ma altri punti decisivi vanno valutati con la stessa attenzione. Uno, globale, riguarda le trasformazioni della politica economica. Larry Summers, che ha partecipato attivamente alla politica economica statunitense degli ultimi anni, lo ha scritto con chiarezza in un paper pubblicato a gennaio. Prima di tutto ha evidenziato come i parametri di Maastricht, con questi livelli di tassi d’interesse, perdano di valore e di significato.

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