Crisi, le mosse segrete in Aula. Un ministro può far cadere Conte

Bonafede insomma balla sulla graticola. È infuriato con Renzi (“Preannuncia il voto contrario a una relazione che non ha ancora letto”). E sa di avere le ore contate come Guardiasigilli, vada come vada. Gli scenari infatti sono due: 1) Conte lascia tutto così com’è e rischia l’osso del collo. 2) Il premier arriva a mercoledì senza Bonafede alla Giustizia, magari – come si inizia a ipotizzare – cedendogli la famosa delega ai Servizi. Sarebbe una rivoluzione, e a quel punto un passaggio al Colle appare scontato, ma sarebbe il prezzo da pagare ad eventuali transfughi di Italia Viva, Forza Italia e Udc per l’approdo nel nuovo gruppo. Pure Renzi a quel punto potrebbe continuare ad astenersi. Pare peraltro che la relazione di mercoledì non sia ancora pronta: può tranquillamente scriverla il nuovo ministro.

Ed è qui che entra in gioco la mossa di FdI. Due opzioni. La prima è quella, difficile, di anticipare il voto di sfiducia a Bonafede, così da far scattare il detonatore. I tempi sono stretti: dev’essere motivata e comunque va presentata subito. Depositandola oggi o domani, entro martedì si potrebbe pure votare. Qualora tuttavia il blitz non dovesse riuscire, serpeggia pure un colpo di coda. Se Bonafede superasse indenne questi sei giorni, lo scontro verrà solo rimandato: ci sono sempre la riforma penale, quella civile, la grana Csm e le risorse per le procure nel Recovery Plan. Tutti buoni motivi per ripresentare la mozione di sfiducia. Se invece Conte cambiasse Guardiasigilli, allora il mirino di FdI si sposterebbe su un’altra valida candidata: Lucia Azzolina. Renzi nel suo intervento l’ha criticata sulla scuola senza appello: votare la fiducia a miss banchi a rotelle gli farebbe perdere la faccia. Se cadono lei o Bonafede, è la speranza dell’opposozione, si porteranno dietro pure Conte.

IL GIORNALE

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