Nei centri mancano 8mila infermieri. Caos in Alto Adige: uno su due rifiuta

Maria Sorbi

E mentre ai tavoli istituzionale si fa di tutto pur di non rimanere senza scorte di vaccino, in alcune regioni c’è chi prende appuntamento per l’iniezione anti Covid e poi nemmeno si presenta.

Sono i medici e i sanitari obiettori dell’Alto Adige: uno su due ha boicottato la vaccinazione pur essendo nelle liste dei primi ad averne diritto. E sarà pur vero, come precisa l’assessore alla Sanità della provincia di Bolzano Thomas Widmann, che da quelle parti «la cultura del vaccino è molto bassa» ma ci si aspettava che davanti a una pandemia l’atteggiamento cambiasse. Se non altro per garantire una cintura di immunità attorno ai pazienti assistiti. Per evitare complicazioni, ieri sono iniziate le somministrazioni agli anziani over 80.

A mettere a rischio la piena realizzazione della campagna vaccinale potrebbe essere anche la carenza di infermieri: al bando per arruolarne 12mila hanno aderito in meno di 4mila e questo potrebbe rallentare le operazioni nei centri di somministrazione.

Ma la vera battaglia da perseguire in questa prima fase è quella che riguarda le scorte: vietato restare senza vaccini. La direttrice generale del dipartimento salute e sicurezza alimentare della Commissione Ue, Sandra Gallina, a capo dei negoziati con le case farmaceutiche, in un intervento al Parlamento europeo ha spiegato che «la consegna delle dosi di vaccini sarà più ricca a partire da aprile. Nel secondo trimestre arriveranno molte dosi. Nel primo trimestre non sono tutte quelle che avremmo voluto, ma sono quelle che abbiamo negoziato».

Ieri notte è arrivato il primo carico di 47mila dosi del vaccino di Moderna, che verranno distribuite alle regioni con il maggior numero di over 80. Nei prossimi due mesi ne saranno fornite in tutto 470mila e a occuparsi delle consegne sarà Poste Italiane, tramite il suo corriere espresso Sda. L’azienda ha attrezzato 40 furgoni con celle frigo da 1.300 litri ognuna e si occuperà del trasporto con un network dedicato, che consentirà di collegare l’Istituto superiore di sanità di Roma direttamente con le Asl e gli ospedali interessati da questa prima tranche.

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