Crepet: “Tra i ragazzi cresce l’esasperazione. Sono rabbiosi perché abbandonati”

ALESSANDRO BELARDETTI

Volti sfregiati per assomigliare a Joker, maxi risse in ogni angolo d’Italia, video choc sui social: la pandemia cosa sta scatenando nei giovani?

“Non esiste un solo motivo per questi deliri – risponde lo psichitara Paolo Crepet, 69 anni –. La pandemia è un catalizzatore della realtà, porta tutto all’estremo. C’è un pandemic mood, ma dietro troviamo un’educazione senza regole da parte delle famiglie. Il Dpcm è il principe delle norme, e di fronte a questo i genitori sono persi. Ora arrivano i veri ’no’ e i figli diventano pazzi. Una parte delle nuove generazioni non ha gli strumenti per affrontare la pandemia: ecco perché girano senza mascherine o fanno mega risse”.

Però: niente scuola, niente sport, niente svago con gli amici. È un vuoto esistenziale.

“Certo, è evidente che se tratti i giovani come l’ultima ruota del carro, il Paese è in ginocchio. Peggio va solo per gli anziani. I vecchi reclusi muoiono, i giovani si arrabbiano. E si danno appuntamento per menarsi. Le autorità recitano interesse verso le scuole, i giovani, il futuro: a loro interessa solo dell’economia. Perché la Toscana apre le scuole? Perché si può”.

Dietro ai giovani che praticano autolesionismo cosa si nasconde?

“L’elogio del rischio c’è sempre stato nei giovani, ma moderato. Chi si sfregia non ha il limite, prevale l’istinto della sperimentazione della più grande emozione possibile che però è vicina a quella fatale, la morte”.

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