Covid, Lombardia arancione scuro: contagi sotto il limite e aumentano i ricoveri nelle terapie intensive

di Stefano Landi

Tutte le pagelle vivono di più voti. Quella della Lombardia, che gira sui tavoli della cabina monitoraggio, ha il colore arancione scuro. In bilico, come ha ricordato ieri, con toni più prudenti che mai, il governatore Attilio Fontana, sulla zona più restrittiva. Tanti i segnali d’allarme da leggere dietro il trend delle curve, ma impossibile ancora unire i puntini per capire con certezza gli scenari del futuro prossimo.

Il governo è al lavoro sul nuovo dpcm, che stabilirà le fasce in vigore da sabato in poi. Oggi è atteso il primo confronto con le Regioni. Tra i criteri che peseranno di più verrà valorizzato quello dell’incidenza dei casi registrati in ciascuna Regione nell’ultima settimana, tarato su 100 mila abitanti. Una proposta partita dall’Istituto Superiore di Sanità, subito condivisa dal Cts. Un ritocco reso necessario dopo che nelle ultime settimane, il peso eccessivo dato all’Rt e ad altri indicatori troppo riferiti ai giorni passati, facevano perdere un po’ il contatto con l’andamento in tempo reale. Un esempio è quello del Veneto, rimasto per lungo tempo in zona gialla nonostante l’importante crescita di contagi giornalieri. Da questo punto di vista, la Lombardia naviga in acque (discretamente) lontane dal cut-off fissato a quota 250. Negli ultimi sette giorni, intervallo usato per rendere più attuale il dato, in Lombardia ci sono stati 141 casi ogni 100 mila abitanti. La provincia con la maggior concentrazione di casi è Mantova, 271. Seguono Sondrio con 223, Como 219 e Brescia 200. Sono «solo» 109 a Milano e 95 a Monza, zone dove probabilmente la seconda ondata ha picchiato più duramente tra ottobre e novembre. La provincia con meno casi per incidenza è Bergamo, 43 e qui potrebbe contare il grande dazio pagato nella prima ondata.

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