Omicidio Lecce, Bruzzone: “De Marco si è sentito escluso. E dovevano soffrire”

di LORENZO MORONI

“Si è sentito umiliato, abbandonato. La decisione di De Santis di non rinnovargli l’affitto, per restare da solo con la compagna in quella casa, ha scatenato in lui una frustrazione nascosta divenuta ferita insanabile. E lui ha deciso di farla pagare a tutti e due”. È il ritratto di un soggetto fortemente disturbato quello che tratteggia la criminologa Roberta Bruzzone a proposito di Antonio De Marco.

Omicidio Lecce, l’assassino ha confessato

Avrebbe agito per gelosia e invidia verso la coppia felice.

“Credo che abbia una personalità disturbata con tratti abnormi. Si è sentito trattato non all’altezza delle sue aspettative. Forse aveva idealizzato la situazione ed era importante mantenere quella relazione”.

Possibile covare un tale odio?

“Dipende da quanto si è disturbati. La rabbia narcisistica in soggetti borderline fa sì che non vengano tollerate frustrazioni di tipo abbandonico”.

Il 3 luglio scrive su Facebook: ‘La vendetta non risolve ma soddisfa’. Che voleva dire?

“Cercava qualcosa che ripristinasse l’ideale grandioso di sé. Ecco perché ha scelto di colpirli nella casa dalla quale era stato mandato via. Neanche loro avrebbero dovuto goderne”.

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