Hotel e ristoranti: basta bambini. La nuova frontiera è il ‘childfree’

di VERONICA PASSERI

Il grafico sul turismo 'childfree'

Roma, 10 gennaio 2020 – Hotel in zona Bastille, Parigi. La signora lo conosce, c’è già stata altre volte e l’ha scelto proprio perché, tra l’altro, offre un requisito: i bambini non sono ammessi. Ma, una volta arrivata a destinazione, scopre che c’è una festa ebraica in un’ala dell’albergo, con famiglie al completo e, ovviamente, bambini. Gridolini di gioia, pianti, piccoli che scorrazzano da una parte all’altra dell’hotel, una discreta confusione. Così, venuta meno la condizione richiesta, alla cliente viene rimborsato il soggiorno per quella notte. Con tante scuse. Una prassi consolidata in mezzo mondo, da Parigi, a Cuba, da Madrid ad Aruba. Il fenomeno ‘childfree’, nato in Usa, si è diffuso un po’ ovunque complice anche il numero sempre crescente di coppie senza figli per scelta e di famiglie single che in Italia, stando agli ultimi dati sono il 21,5% del totale.

In Italia il caso è scoppiato in modo fragoroso quattro anni fa con il caso del ristoratore di Roma che fuori dal suo locale espose un cartello che recitava testuale: “Non è gradita la presenza di bambini minori di cinque anni a causa di episodi spiacevoli dovuti alla mancanza di educazione”.

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