Enti inutili, in fumo 13 miliardi

Roma, 2 dicembre 2019 – Diceva Andreotti che i manicomi sono pieni di due categorie, quelli che si credono Napoleone e quelli che vogliono risanare le ferrovie. Potremmo aggiungere quelli che sognano di tagliare gli enti inutili. Eppure, se con una bacchetta magica, potessimo cancellarli tutti e subito, lo Stato risparmierebbe fra i 12 e i 13 miliardi all’anno. Più di un terzo dell’attuale manovra economica. Quanto basta per abolire le tante microtasse contenute nella legge di bilancio e dare una forte accelerazione agli investimenti. Invece, è tutto fermo. Quasi un argomento tabù, nonostante le ristrettezze delle nostre finanze pubbliche. Il caso più clamoroso è quello del Cnel, pronto a risorgere dalle proprie ceneri come l’araba fenice. O le Province, date per morte e puntualmente rimaste al loro posto. O, ancora, i consorzi di bonifica, le comunità montane, i gruppi di lavoro, quelli di coordinamento, gli istituti che salvano gli asini e quelli che tutelano i gondolieri… È perfino troppo facile perdersi nella galassia degli enti inutili, una nebulosa fatta di sigle misteriose quasi quanto i bilanci disponibili e i relativi emolumenti per presidenti e consiglieri. 

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