“Le ‘sardine’ in piazza, un successo”. Il politologo: ma poi servono i voti

di ANDREA BONZI

Roma, 17 novembre 2019 – “La piazza delle ’sardine’ è la prova del fatto che esiste un’esigenza di mobilitazione tra i cittadini che i partiti di sinistra non riescono a soddisfare”. Massimiliano Panarari, consulente di comunicazione politica e professore alla Luiss di Roma, commenta l’imponente flash mob che giovedì sera ha occupato pacificamente piazza Maggiore a Bologna, in chiave anti-Salvini. 

Professor Panarari, qualcuno fa già paragoni coi girotondi del 2002 e la piazza delle ’madamine’ pro-Tav. Come nascono questi fenomeni?

“I girotondi nacquero dichiarando la sfiducia nel centrosinistra istituzionale, e questa è una differenza con le ’sardine’. Vedo invece una similitudine con i ’Sì Tav’ di Torino: un’autoconvocazione della società civile, che avviene prima attraverso un network fisico, di relazioni amicali, e prende poi forza con un effetto-valanga tramite il web”. 

Colpa della crisi della politica?

“Partiti e corpi intermedi, compresi i sindacati, storicamente hanno svolto una funzione di rappresentanza offrendo ’pacchetti completi’, dalla visione del mondo alle singoli questioni, con un forte radicamento sul territorio, con sezioni e circoli. La rappresentanza era totale, era un’adesione ’chiavi in mano’”.

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