Cassa integrazione per l’indotto ex Ilva, partono le lettere

“Chiuso, questo cancello deve restare chiuso. Non deve entrare nessuno. Con gli appalti non si scherza. Siamo i più massacrati”, urla Davide Nettis in felpa blu della Uil. “Gli impiegati dell’Ilva hanno garanzie, noi no. Le nostre aziende ci stanno già mandando via perché a Mittal non servono più i fornitori esterni”. Lo sciopero proclamato da Cgil, Cisl e Uil vede una forte adesione nel settore degli appalti, più bassa invece tra i lavoratori interni all’azienda, i quali non si sono presentati in fabbrica. Mentre i leader non si son fatti vedere.

Angelo Sibilla, anche lui della Uil, parla di “un lungo percorso appena iniziato ma questa volta la vediamo nera. Noi facciamo parte del settore appalto e ci siamo stancati. La Mittal paga quando vuole lei”. Le voci sono tante: C’è Antonio Pontassuglia, operaio di Taranto energia, l’appalto che fornisce la manutenzione delle cabine elettriche per intenderci: “La mia ditta è in difficoltà da maggio perché i pagamenti arrivano in ritardo. Succede da sempre, e con Mittal non si sono visti miglioramenti”. Accanto Italo Ciardo, iscritto alla Uil: “Qui stiamo con un piede fuori, abbiamo famiglie da campare. Tutti vogliamo continuare a lavorare, non vogliamo né la cassa integrazione né il reddito di cittadinanza”.

Davanti a un altro cancello quello dei dipendenti a piantonare c’è un gruppo di operai ex Ilva: “Questi qua non li vogliamo”. Fabio Caucci neanche vuol nominare ArcelorMittal. “Non abbiamo le tute, mancano i bulloni. Qui il mese prossimo non prendiamo lo stipendio. Per adesso tanti lavoratori sono entrati in fabbrica, perché siamo fatti così. Ma appena il 12 dicembre non ci pagano, qui a Taranto scoppia la guerra civile. Avete capito? La guerra civile”. E poi ancora: “Per ora non succede niente, la gente è svogliata, rassegnata. Se non ci ha messo a posto questo non ci mette a posto nessuno. Siamo in tunnel buio”. L’immagine, mentre la fabbrica lavora a regime ridotto, oggi è questa. E già, in termini occupazionali, sono arrivati i primi segnali evidenti.

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L’HUFFPOST

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