Tutti gli alibi degli alleati per evitare la legge elettorale

di Francesco Verderami

Approvata la riforma con cui le Camere hanno scelto di mutilarsi, c’è un motivo se Conte ieri esultava per lo «storico passaggio»: con il taglio dei parlamentari il suo governo può stabilizzarsi. A meno che non inizi la discussione sulla legge elettorale. È vero che l’intesa di maggioranza prevede per dicembre la presentazione del progetto sul nuovo sistema di voto, ma proprio per evitare fibrillazioni nell’esecutivo la scadenza sarà posticipata. L’alibi lo offre il referendum voluto da Salvini, che impone di attendere il verdetto della Consulta in programma a fine gennaio. Tuttavia è interesse del nuovo «quadripartito» tener fermo il dossier almeno fino a maggio, quando si svolgeranno le Amministrative.

Dal modello spagnolo, a quello tedesco e francese, gli schemi di riforma sono noti ai partiti e le applicazioni per simulare il voto sono pronte a girare. Prima però bisognerà capire come si assesterà il quadro politico, con che profitto si svilupperà l’azione del governo, quali responsi offriranno gli esperimenti previsti alle regionali tra Pd e M5S. E se la convivenza produrrà infine un’alleanza.

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