Più liquidità e mutui meno cari con le nuove mosse Bce

Andrea Muratore

La Banca centrale europea si è mossa: Mario Draghi lascerà in eredità a Christine Lagarde un set di strumenti di politica monetaria fortemente rafforzato dalla ripresa di un quantitative easing condotto in termini meno ampi rispetto a quello del triennio 2015-2018 (gli acquisti della Bce saranno pari a 20 miliardi di euro di titoli al mese) ma senza limiti prefissati di tempo.

L’ultima battaglia – che sembra destinata a risolversi in una vittoria – di Draghi è stata indirizzata a lasciare in eredità all’Eurotower la sua filosofia economica. Una filosofia espansiva che ha però il suo raggio d’azione nei circuiti eminentemente finanziari, senza quell’indirizzo verso l’economia reale che spetterebbe alla politica e di cui la Bce avrebbe potuto al massimo essere un’utile supplenza. Se gli stimoli alla crescita saranno relativamente pochi e il nuovo Qe rischia di alimentare degli indici borsistici già inflazionati e altalenanti, vi sono settori in cui lo stimolo monetario potrebbe infiltrarsi fino all’economia reale.

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