L’Italia dei due Mattei

Perché poi, il senso di questa storia è tutto qui. È nel sorriso di Renzi, spavaldo, compiaciuto, di chi, tornato, nel salotto buono (di Porta a Porta), risponde così: “Certo che accetto il confronto con Salvini. Fissiamo la data”. E già sente il calore dei guantoni e l’ebbrezza delle luci sul ring per il “Matteo contro Matteo”. Ecco, il primo obiettivo è già raggiunto, in una perfetta coincidenza di interessi, tra il capo del “popolo” e il capo del “Palazzo”, che dal Palazzo prova a riaprire uno spazio politico. Uno sfida al duello in tv, l’altro accetta. È facile facile questo gioco a legittimarsi a vicenda, perfetto nell’incastro, “l’anti-Salvini sono io”, “l’alternativa al governo Renzi-Conte sono io”. Appunto, “Matteo contro Matteo”, le due Italie degli “impulsi narcisistici” suggellate dalla lettera di Grillo, candido invito al realismo ma anche disarmata fotografia dell’esistente.

Parliamoci chiaro, prima ancora dello spazio politico, dei numeri, della tenzone su questo o quel provvedimento, che arriverà a breve, la scissione di Renzi è questo, e non è cosa di poco conto: è la creazione di uno spazio pubblico tutto suo. E già questo primo refolo di vento – un refolo, non un uragano – è bastato ad agitare la navigazione. Perché il sistema è così fragile che il semplice annuncio ha mutato il clima, e la “luna di miele” mai iniziata del nuovo governo è già diventata malcelata preoccupazione. Conte, novello Alice nel paese delle meraviglie, fa trapelare tutto il suo stupore per una operazione “nient’affatto trascurabile” rammaricandosi perché “se fosse stata portata a compimento prima, avrebbe assicurato un percorso più lineare e trasparente nella formazione del governo”.

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