Pranzo di Ferragosto

Del resto, a Ferragosto succede così. Fra semi di anguria, sabbia troppo calda, qualche bicchiere di troppo, vecchi rancori, cose taciute troppo a lungo, prese in giro e rabbie mai confessate, sotto l’ombrellone le famiglie riunite tornano a parlarsi. 

 Così è successo, stavolta, anche alla famiglia, sia pur molto nobile, che abita Palazzo Chigi. Travolti dall’insolito agosto troppo caldo in tutti i sensi, anche gli inquilini di Palazzo Chigi se le sono cantate di santa ragione, ma alla fine sono tornati a parlarsi. A parlarsi nel modo pubblico, diretto, extraistituzionale, e un po’ sguaiato che segna il Ferragosto, ma pur sempre a parlarsi. La crisi è tornata, sia pur attraverso un feroce scontro, nel campo Lega-M5s. Con un nuovo scenario offerto da Salvini in persona che dice di nuovo un “se qualcuno dice si, ragioniamo”. Aggiungendo, a scanso di equivoci, che si tratta di parlarsi: “ il mio telefono è sempre acceso”. 

 L’evento intorno a cui ruota questo nuovo giro di posizionamenti è la lettera aperta che arriva a Salvini dal Presidente del Consiglio, che rompe la sua solita discrezione facendo uscire lo scontro dal Palazzo. Poche righe piene di sincera rabbia e nessun giro di parole: il premier parla di “ossessiva concentrazione” sulla questione dei migranti da parte di Salvini, lo accusa di essere un politico “proteso a incrementare costantemente i tuoi consensi”, per poi calare la più sprezzante delle accuse, quella di “sleale collaborazione”, “ l’ennesima a dire il vero, che non posso accettare”. Un’accusa chiara di tradimento, una bomba nucleare sganciata sull’assetto del Governo attuale. 

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