Lo sbarco sulla Luna grazie allʼitaliano Rocco Petrone: la “tigre di Cape Canaveral” che salvò la missione con un bullone

Figlio di emigranti lucani, riuscì a entrare nellʼAccademia militare di West Point in piena guerra, nonostante un cognome “nemico”. Suo il “go” che fece la storia. Renato Cantore, autore del libro “Dalla Terra alla Luna”, racconta a Tgcom24 la carriera di questo ingegnere di un metro e 90 chiamato “la tigre”, “il computer con lʼanima”

La storia dello sbarco sulla Luna la conoscono tutti. E’ una storia che parla americano, inevitabilmente. Neil Armstrong, Buzz Aldrin, Michael Collins, la Nasa, l’Apollo 11: questi nomi li conoscono tutti, perché sono nomi balzati oltre la storia, nella leggenda. Ma questa leggenda annovera anche un nome meno altisonante, un nome italiano, lucano per la precisione: Rocco Petrone. Fu lui a lanciare il countdown e a pronunciare il “go” che cambiò la storia dell’umanità. Un ingegnere di un metro e 90, figlio di emigranti della Basilicata e giocatore di football, che in piena guerra riuscì ad essere ammesso nell’Accademia militare americana di West Point nonostante un cognome “nemico” e gli atavici pregiudizi sui nostri connazionali. L’hanno soprannominato “il computer con l’anima”, ma anche “la tigre di Cape Canaveral”. Di lui ha scritto il giornalista Renato Cantore nel libro Dalla Terra alla Luna, perché per troppi anni se n’era parlato troppo poco.

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