Ecco come sarà il nuovo Qe di Draghi secondo Goldman Sachs

Mauro Bottarelli

In casa Goldman Sachs non hanno dubbi: ragionando sulla probabilità di un nuovo Qe da parte della Bce, come anticipato da Mario Draghi in persona al meeting di Sintra, il se accadrà è da togliersi dal tavolo, come briciole a fine pasto. Resta non solo il quando. Ma, soprattutto, il come.

Perché superato l’impatto politico dell’annuncio, non fosse altro per il fatto che non più tardi dello scorso dicembre si era celebrata la fine del primo programma di stimolo e qualcuno in seno al board parlava già di tempistica per il primo aumento dei tassi di interesse, ora c’è da tramutare le promesse in fatti. E in cifre.

E la banca d’affari statunitense non ha perso tempo, mettendo al lavoro sul tema un analista di esperienza come Sven Jari Stehn e lasciando ad altri gli scrupoli riguardo eventuali cambi di strategia: il nuovo Qe ci sarà, sarà annunciato al board di settembre (salvo tracolli che ne rendano emergenzialmente necessario l’anticipo a fine luglio) e si concentrerà in maniera particolare sul comparto corporate. Sia per una questione di equilibri di controvalore d’acquisto, sia per evitare stravolgimenti eccessivi nel principio statutario di capital key rispetto proprio agli ammontare per singolo emittente.

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