Inchiesta Csm, quelle carte che lambiscono il Quirinale

Stefano Zurlo

Veleni. Spifferi. Suggestioni. Le nuove intercettazioni sul tavolo della procura di Perugia promettono ulteriori destabilizzazioni al Csm e nei palazzi del potere.

Fino a lambire il Quirinale. Ormai il telefonino di Luca Palamara è una mina vagante e un pericolo per le istituzioni.

Si dice che i pm di Perugia, che avevano installato un trojan nel cellulare dell’ex presidente dell’Anm, siano rimasti sconcertati dalla lettura del colossale tomo consegnato dal Gico della Guardia di finanza. Si deve decidere in che direzione procedere e non è facile quando i primi assaggi, pubblicati ieri da Repubblica e Corriere della sera, tirano in ballo su diversi versanti il Colle. Le carte, in partenza nei prossimi giorni per il Csm, raccontano le presunte, tortuose manovre di Luca Lotti. L’ex ministro, infuriato con la procura di Roma che ha chiesto il suo rinvio a giudizio, spiega al suo interlocutore di essere andato a sfogarsi al Quirinale, dipingendosi come vittima di una sorta di persecuzione. Non solo, avrebbe confidato a Palamara, nei loro incontri carbonari in piena notte, un progetto sconsiderato: salire di nuovo al Quirinale per cercare una sponda nella guerra in corso per la nomina del nuovo capo della procura di Roma. Insomma, fra indiscrezioni e notizie tutte da verificare, il complotto dentro la magistratura afferra con i suoi tentacoli la presidenza della Repubblica.

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