Wikileaks, Julian Assange arrestato a Londra nellʼambasciata dellʼEcuador | Gli Usa chiedono lʼestradizione

Il giornalista australiano Julian Assange, fondatore di Wikileaks, è stato arrestato a Londra nell’ambasciata dell’Ecuador, dove si trovava da 7 anni, dopo che il Paese sudamericano gli ha revocato l’asilo. Protesta Wikileaks, che ha accusato la Cia: “Revoca illegale”. Il presidente dell’Ecuador: “Non sarà estradato dove c’è pena morte”. “C’è la richiesta di estradizione da parte degli Usa“, ha annunciato l’avvocato di Assange.

J’accuse di Assange: “Il Regno Unito non ha civiltà” – Julian Assange durante l’arresto lancia il suo j’accuse contro il governo di Londra: “Il Regno Unito non ha civiltà” e poi ha fatto un appello ai britannici dicendo “il Regno Unito deve resistere”. Un testimone, sostenitore di Assange, ha raccontato ai media di aver contato “almeno sei uomini” in borghese impegnati a “trascinare via Julian”, oltre ad alcuni agenti di polizia in uniforme schierati a fare barriera intorno. “Julian ha detto qualche parola, ma è stato spinto in fretta a bordo di un furgone”, ha proseguito l’uomo, descrivendo il fondatore di Wikileaks come “disorientato, non avendo visto la luce del giorno per oltre sei anni”. “Portarlo via così è stato crudele”, ha aggiunto, dicendo che lui come altri attivisti si aspettavano ormai la cattura, ma ritenevano sarebbe avvenuta “nottetempo”. “Così è stato davvero scioccante”, ha concluso, prima di spostarsi con altri manifestanti per protestare di fronte alla stazione di polizia in cui ora il giornalista australiano ed ex primula rossa del web è tenuto in custodia.

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