Il nuovo orologio politico

Il nuovo orologio politico non è ancora partito, però il momento delle scelte è solo rimandato a dopo le europee. Abruzzo, Sardegna, Basilicata… Sembra lo stesso film che, ad oggi, ferma ancora le lancette sul governo Conte: Salvini vince, stravince, i Cinque Stelle crollano, stracollano, il centrosinistra, ancora informe, non è una alternativa in un sistema tornato bipolare, però esiste, come esiste un crescente bisogno di alternativa nel paese. E Salvini, come primo atto, si precipita a rassicurare che il governo andrà avanti per i prossimi quattro anni, perché finora l’equilibrio è stato perfetto, consentendo di spolpare il vecchio alleato (Berlusconi) e il nuovo (Di Maio), in attesa del momento propizio per il suo ’94 sovranista.

Finora, perché è chiaro che prima o poi arriverà il momento delle scelte, proprie o altrui. Il paradosso però è che la lunga serie di vittorie rischia per Salvini di diventare un “incastro” tra un governo che, di fatto, non c’è più, paralizzato da una campagna permanete e un’alternativa nuova che non c’è ancora. Perché Salvini è il primo a sapere che la spinta che arriva dal paese non è una forma di consenso a questo governo, ma una richiesta di andare oltre questo governo, in nome di una “svolta a destra” che lo porti a realizzare tutto ciò che con i Cinque Stelle non si riesce a fare. È questo che spiega, ad esempio, il non banale voto alla Meloni che cresce ovunque: 7 in Abruzzo, 5 in Sardegna, 6 in Basilicata. Il blocco sovranista è cioè ormai maggioritario ovunque nel centrodestra.

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.