Conto alla rovescia per una nuova fase politica: piano per una lista unitaria Lega-Meloni

fabio martini roma

Nei giorni scorsi Matteo Salvini aveva inviato all’amministrazione americana segnali molto forti: davanti all’accoglienza per certi versi trionfale che Roma aveva preparato al leader cinese Xi Jinping, il capo della Lega si è dissociato dalle manifestazioni di più spiccato giubilo con un giudizio sferzante («Non mi si dica che in Cina c’è il libero mercato»), un modo per andare incontro al forte malumore dell’amministrazione americana. Come dire: Washington può fidarsi della Lega e del suo capo. Oggi e soprattutto domani. In caso sempre più probabile di una precipitazione degli eventi verso elezioni anticipate.Una strategia che il leader della Lega ha confrontato con Steve Bannon, l’ex stratega della vittoriosa campagna elettorale di Donald Trump, in questi giorni in Italia, prendendo in esame la possibilità di dare vita ad un nuovo centrodestra sovranista, con Giorgia Meloni ed anche, eventualmente, senza Silvio Berlusconi. L’approccio d’attacco di Salvini è condiviso e incoraggiato da Bannon che – dopo la rottura con lo staff di Trump – si sta dedicando all’Europa con la mission di «rendere globale la rivoluzione contro il Partito di Davos». Dentro questa strategia, Bannon sta cercando di costruire una sorta di Internazionale populista, il cui primo obiettivo è di ottenere un buon risultato alle elezioni di maggio 2019: in Italia il rapporto privilegiato è con il capo della Lega. E in queste ore Bannon ha spiegato ai suoi interlocutori italiani che presto la parola tornerà agli elettori italiani. Steve Bannon, come si sa, non è Trump, ma nelle settimane scorse anche l’amministrazione americana era stata informata delle intenzione leghiste di arrivare ad una resa dei conti con gli alleati pentastellati.

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