La trappola del debito

E qui siamo al secondo concetto cardine: siamo un Paese esportatore, ed è giusto oltre che lecito che si colgano tutte le opportunità commerciali. Ed è persino ovvio che un Paese in straordinario sviluppo e delle dimensioni della Cina sia un target privilegiato. Tanto più in una fase in cui politiche protezionistiche altrui ci mettono in difficoltà. Ma deve essere altrettanto chiaro che la contropartita dell’interscambio non può e non deve essere la cessione di asset strategici, come sono le infrastrutture logistiche e di telecomunicazioni.

Infine, il terzo comandamento: niente accordi sul debito pubblico. Il quale va finanziato sul mercato, quello interno e quello internazionale, a condizioni di mercato. Che saranno più o meno onerose a seconda delle nostre politiche (vedi spread). Niente scorciatoie. Anche se le condizioni fossero particolarmente vantaggiose. Perché avrebbero inevitabilmente una contropartita politica, strategica, diplomatica. Che non possiamo e non dobbiamo accettare. Tanto più se chi la negozia è un governo di dilettanti.

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