Mille miliardi di sterline in fuga da Londra: la Brexit senza accordo mette paura alle banche

Marco Cimminella

La grande fuga. Dopo la chiusura di fabbriche e uffici, e il crollo degli investimenti, l’incubo di una Brexit senza accordo scatena la corsa ad abbandonare il Regno Unito: mille miliardi di sterline in attività finanziarie stanno trovando una nuova casa negli hub europei. Certo, il Consiglio europeo ha concesso una proroga condizionata fino al 22 maggio, dopo la lettera della premier Theresa May che chiedeva di rinviare il divorzio dall’Unione al 30 giugno. Ma questo non basta per calmare gli animi, perché un’uscita disordinata non è stata scongiurata del tutto.

Nel suo ultimo report, che precede la decisione dell’organo comunitario, la società di revisione Ey mostra come imprese e istituti finanziari stiano attuando i loro piani di emergenza per prepararsi allo scenario peggiore: così trasferiscono personale e operazioni al di fuori dei confini dell’isola britannica. In particolare, il valore delle attività spostate secondo le stime degli analisti avrebbe raggiunto quota mille miliardi di sterline, in crescita rispetto agli 800 miliardi di pound del trimestre precedente. Al fiume di denaro si accompagna la migrazione dei dipendenti: nel prossimo futuro circa 7 mila posti di lavoro potrebbero scomparire in Gran Bretagna, ricollocati in uno degli stati membri dell’Ue.

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