Il potere e i fragili controlli

di Sabino Cassese

Molte sono le anomalie dell’assetto politico costituzionale uscito dalle elezioni di un anno fa. Un governo finora senza vera opposizione(questa è tale se capace di presentare una offerta politica e di assicurare una guida coesa). Un esecutivo diviso su tutto, anche sulla politica estera (basti pensare all’atteggiamento nei confronti della Cina). Parlamento e Consiglio dei ministri svuotati e le loro funzioni trasferite ai vertici delle due forze politiche al governo. Amministrazioni pubbliche «sfiduciate» (se si ricorre a commissari straordinari per le opere pubbliche è perché non si fa affidamento sugli apparati ordinari). Autorità indipendenti silenziate e costrette alla cessione di indipendenza, per assicurare «discontinuità» e contemporaneamente salvare il salvabile.

Resisterà la nostra giovane democrazia a queste nuove tensioni? Sappiamo che democrazia non è solo elezioni, è anche pluralismo, «checks and balances», competizione e controlli, contropoteri, per correggere almeno le maggiori anomalie, anche perché il conflitto tra i poteri è in grado di renderne visibile l’esercizio e consentire il controllo dell’elettorato su chi governa. Ma il nostro sistema di garanzie è debole.

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