L’asse Italia-Cina spaventa: Europa e Usa ci isolano già

Francesca Angeli

«Sia la Ue che gli Stati membri possono raggiungere i loro obiettivi rispetto alla Cina solo nella piena unità».

L’Europa, in ritardo, si accorge che nei rapporti con la Cina molti fra i paesi membri hanno preso una strada autonoma, indipendente dalle indicazione della Commissione ed ora che l’Italia sta per firmare il Memorandum d’intesa con la Cina sulla Belt and Road Initiative Bruxelles richiama i partner all’ordine e ricorda che questo documento verrà valutato dalla Commissione Europea «sulla stessa base» di quelli firmati da altri Paesi. A presentare le conclusioni sulla Cina il vicepresidente della Commissione Europea Jyrki Katainen, che ha ricordato che anche per la Belt and Road Initiative valgono le stesse norme che la Ue rispetta sulla concorrenza, sulla trasparenza e l’apertura delle gare d’appalto. Nella comunicazione approvata dal collegio dei commissari si ribadisce che «né l’Ue né alcuno dei suoi Stati membri possono raggiungere con efficacia i propri scopi con la Cina senza che ci sia una piena unità». Eppure sono già 13 i paesi che hanno sottoscritto un Memorandum: Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Slovenia. A gettare acqua sul fuoco il ministro dell’Economia, Giovanni Tria che parla di una tempesta in un bicchier d’acqua. «Si sta facendo credo una gran confusione sul Memorandum che non è un accordo», assicura.

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