Il balletto dei paradossi e il conto da pagare

Dopo «l’obbligo flessibile» per le vaccinazioni, ecco il «contratto non contratto» per le grandi opere. Nato appunto da un contratto, quello in carica è un governo-società a irresponsabilità illimitata. Si permettono di tutto convinti di essere eterni e sono convinti che non arriverà mai il momento di passare alla cassa a pagare il conto. Non so il loro, ma il nostro di conto certamente, avanti così, sarà salato. Anche solo ritardare l’avvio della Tav è un salasso che si aggiunge al decreto dignità che ha fatto scendere l’occupazione stabile e al reddito di cittadinanza che sta per foraggiare anche fannulloni, bamboccioni, pregiudicati e immigrati.

Temo che ancora per un po’ dovremo convivere con questo paradosso, cioè essere governati da gente che, al di là di come uno la pensi politicamente, non sa da che parte si inizi a governare. Non ci resta che sedere sulla sponda del fiume e sperare che la corrente faccia scorrere veloce l’acqua. Il che, in tempi di cambiamenti climatici, non è detto avvenga come la logica, e non il paradosso, vorrebbe e imporrebbe.

IL GIORNALE

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