Venezuela, lettera di Guaidò: “Sconcertati dalla posizione dell’Italia”

Venezuela, un giorno con Juan Guaidó. “Di Battista ignorante, sento spesso Salvini”

dal nostro inviato MARCO MENSURATI “In questi anni – si legge ancora nella lettera di Guaidò agli italiani – il regime dittatoriale e violento di Maduro ha portato il Paese ad una crisi economica e democratica senza precedenti. Non abbiamo cibo per sfamare i più poveri, gli anziani, le donne e bambini. Non abbiamo medicine per curare i nostri malati, la nostra moneta perde valore, di giorno in giorno”.E’ per questa ragione, spiega Guaidò, che “milioni di venezuelani scendono nelle piazze a manifestare pacificamente da diversi mesi”. Si tratta, spiega il capo dell’opposizione venezuelana, di una “protesta democratica e non violenta per chiedere libere elezioni, per chiedere lo sblocco degli aiuti umanitari, fermi alle nostre frontiere per volontà di Maduro e del suo esercito”.

Il leader dell’Assemblea nazionale venezuelana, riconosciuto presidente ad interim tra gli altri da molti Paesi della Ue e dagli Stati Uniti, aggiunge che il Paese sta vivendo “una catastrofe umanitaria senza precedenti, a causa di un governo illegittimo e non riconosciuto dalla comunità internazionale. Tutta la comunità italiana in Venezuela è vittima della dittatura, ed è vittima tanto quanto i venezuelani del flagello della fame e della mancanza di medicine”.

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di Gianluca Di Feo Il presidente ad interim ricorda anche che “59 Paesi nel mondo e il Parlamento europeo hanno riconosciuto l’Assemblea Nazionale e quindi la mia persona quale Presidente provvisorio del Paese, con il preciso e limitato compito di portare il Venezuela, al più presto, a libere e democratiche elezioni”. Aggiunge Guaidò che “l’Italia è uno dei pochi Paesi che non ha ancora riconosciuto questo percorso”. Eppure, si prosegue nella lettera, “il Venezuela e l’Italia hanno profonde radici comuni. I venezuelani sentono gli italiani come fratelli, da sempre. Oltre due milioni di venezuelani portano orgogliosamente cognomi italiani. Una comunità numerosa che guarda all’Italia come un punto di riferimento. Molti di noi sono anche cittadini italiani”.

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Condividi   Guaidò continua dicendosi “sicuro che il popolo italiano è dalla nostra parte, dalla parte della democrazia, della libertà e della giustizia”, ribadendo che “abbiamo bisogno del sostegno italiano, abbiamo bisogno di una comunità internazionale coesa per costringere Maduro a fare un passo indietro, rispettare la nostra Costituzione e far sì che, in qualità di Presidente provvisorio, possa indire nuove elezioni”. E’ con un appello che si chiude la lettera del capo dell’opposizione venezuelana: “Abbiamo bisogno che l’Italia sia al nostro fianco”.

La lettera di Guaidò complica ulteriormente le cose all’interno della maggioranza gialloverde. Il Ministro degli Affari Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ha ricevuto oggi alla Farnesina, anche a nome del premier Giuseppe Conte, una delegazione di ‘inviati’ di Guaidò tra i quali il presidente della Commissione Esteri dell’Assemblea nazionale venezuelana, Francisco Sucre, l’ex sindaco di Caracas, Antonio Ledezma, e Rodrigo Diamanti, rappresentante di Juan Guaidó per gli aiuti di emergenza provenienti dall’Europa. Il succo dell’incontro è stato riassunto alle agenzie da Sucre che ha espresso tutto il rammarico del presidente autoproclamato per la scelta della neutralità del governo e per la posizione del M5s che “non comprende la tragedia che vive il popolo venezuelano, la tragedia che stanno vivendo oltre 100mila italiani in Venezuela”. Tutto ciò mentre Matteo Salvini ha parlato al telefono con Guaidò, ribadendo la condanna sua e della Lega nei confronti di Maduro.

Sembra difficile dunque che si arrivi a un compromesso sulla mozione attesa per domani alla Camera. Il vertice voluto da Conte e in programma stasera è saltato e riconvocato per domattina. Perché l’intesa non c’è neanche sul riferimento espresso alle violenze e a Maduro, richiesto dalla Lega e avversato dai cinque stelle.

Dalla vicenda Venezuela, tra l’altro, come dalla crisi diplomatica con la Francia, potrebbero arrivare ripercussioni anche sul piano sportivo. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, parlando a Milano a una cena con imprenditori si è detto convinto del fatto che la candidatura italiana per i Giochi invernali di Cortina-Milano abbia “praticamente perso tutta l’America Latina e quel prezioso numero di voti che fino a poco tempo fa era a favore dell’Italia”. Malagò ha aggiunto che sono “a rischio anche i tre voti della Francia, anzi li abbiamo probabilmente persi”: “Eravamo in netto vantaggio – ha detto Malagò – ma il divario si è ridotto e adesso siamo alla pari con Stoccolma, che, tra l’altro, non ha mai ospitato Olimpiadi invernali”.

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