“Azzerare i vertici di Bankitalia e Consob”, il governo torna unito

francesco grignetti roma

Non è finito l’attacco a Banca d’Italia, anzi. Se le indiscrezioni di venerdì raccontavano di un consiglio dei ministri agitato, teso, urlato, con i ministri grillini all’attacco del vicedirettore generale Luigi Federico Signorini, e in difesa il responsabile dell’Economia, Giovanni Tria, ben appoggiato dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti, ecco, da ieri la novità è che a difendere i vertici della Banca d’Italia nel governo non c’è più nessuno. Battaglia impopolare, evidentemente, spendersi per l’autonomia della più importante tecnostruttura del Paese. Così come per la Consob.

Al solo nominarle, Bankitalia e Consob, alla maggioranza giallo-verde viene l’orticaria. E così è quasi una gara a demolire. Dice Matteo Salvini: «Non è più possibile che qualcuno sbaglia, non si sa mai chi è stato, e non paga nessuno. Noi rispettiamo chi fa il suo lavoro, ma ci sono stipendi da centinaia di migliaia di euro, e non riconfermare qualcuno del passato mi sembra il minimo nel rispetto di chi è stato fregato». Gli fa eco Luigi Di Maio: «Non vogliamo mettere le stesse persone negli stessi posti dopo quello che è stato fatto in passato».

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