Il governo e i giochi di potere

di Ferruccio de Bortoli

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<p> <strong>La tenuta del governo gialloverde è, almeno in apparenza, un mistero</strong>.  Un mistero gaudioso. Certamente lo è per Salvini che avviò una  fortunata campagna elettorale esibendo rosario e Vangeli. Ma un po’  anche per Di Maio che affida le proprie speranze alla carta plastificata  del reddito di cittadinanza. Esibita come fosse una prodigiosa reliquia  laica. Non è un mistero invece il consenso che ancora il governo Conte,  a dispetto di tutto – e l’elenco sarebbe davvero lungo – ottiene  secondo i sondaggi. Gioca da solo. L’opposizione è inesistente.</p>



<p>Almeno
 per ora. L’elettore potenziale non ha davanti a sé una solida e 
credibile alternativa. E non può inventarsela per rispondere a un 
sondaggio. Si rifugia nel «non so». Si astiene. Dunque, il principale e 
addirittura insperato vantaggio per una maggioranza divisa su tutto è 
quello di esprimere una sorta di bipolarismo di governo. Di racchiudere 
al proprio interno due alternative politiche ogni giorno sempre più 
distanti e contrapposte. E ciò autorizza Lega e Cinque Stelle ad essere –
 ancora di più con l’avvicinarsi di una lunga sequenza di consultazioni 
elettorali – contemporaneamente di lotta e di governo. Più a loro agio 
nella attività febbrile della prima che nell’esercizio noioso e 
riflessivo del secondo. Ogni giorno sembra in larga parte dedicato a 
trovare gli elementi di divisione più che le necessarie opportunità di 
compromesso.
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