“Le Ong creano pericolo”. Il piano del Viminale per bloccarle

I tecnici del Ministero sono già al lavoro e sarebbero partiti dalla Convenzione Onu sui diritti della navigazione e in particolare dall’articolo 19 secondo cui il passaggio di una nave in acque territoriali “pregiudizievole se la nave è impegnata in attività di minaccia o impiego della forza contro la sovranità, l’integrità territoriale o l’indipendenza politica dello Stato costiero”. E poi c’è l’articolo 17 che “vieta il passaggio in caso di carico o lo scarico di materiali, valuta o persone in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari o di immigrazione vigenti nello Stato costiero e ogni altra attività che non sia in rapporto diretto con il passaggio”.

Una volta approvata la nuova normativa, per farla rispettare l’Italia potrà schierare i pattugliatori per bloccare le navi “vietate” che puntano verso le nostre coste già in acque internazionali. Se un’imbarcazione dovesse sfuggire ai controlli ed entrare in acque territoriali, le motovedette della Guardia costiera potranno scortarle fuori dai confini.

Non solo: l’idea è anche quella di inserire nel decreto una norma che preveda l’applicazione dell’articolo 650 del codice penale che punisce chi non rispetta il provvedimento. In questo modo gli equipaggi non potrebbero più farla franca e tornare in mare. Proprio come è accaduto con la Sea Watch.

IL GIORNALE

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