In piazza insieme ai Sì Tav. Lo strappo della Lega apre un fronte nel governo

amedeo la mattina, ilario lombardo roma

La Tav ritorna a essere centrale nello scontro politico che sta investendo la maggioranza giallo-verde. L’analisi costi-benefici che da mesi era attesa sul tavolo del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli è arrivata e da indiscrezioni sembra confermata la valutazione negativa dell’opera di Alta velocità. Il ministro però non l’ha ancora resa pubblica e precisa che non c’è alcun giallo a proposito: «È al vaglio della struttura tecnica per le opportune verifiche e dovrà essere abbinato all’analisi giuridica proprio come è avvenuto con il Terzo valico. Lo studio – aggiunge Toninelli – sarà condiviso in seno all’esecutivo, che sarà investito di qualsiasi decisione direttamente inerente al contratto di governo».

Il punto è che l’alleato leghista ha già deciso che, contratto di governo o meno, la parola deve passare ai cittadini, sposando di fatto la possibile iniziativa che potrebbe prendere il governatore piemontese Chiamparino di indire un referendum. Un’iniziativa di consultazione popolare alla quale potrebbero aggiungersi anche i presidenti della delle Regioni Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia. È vero pure che il Carroccio, con il capogruppo e segretario regionale Riccardo Molinari, ricorda che Chiamparino e il Pd nell’autunno del 2017 non avevano accolto, in consiglio regionale, la proposta di istituire il referendum consultivo. «Chiamparino fa solo parole. Dia un segnale forte di serietà, mettendo rapidamente mano alla proposta di legge per disciplinare il referendum consultivo targata Lega». È il gioco politico di chi si vuole intestare la consultazione popolare nella convinzione che nelle urne vincerebbe il Sì alla Tav. Ma adesso siamo molto vicini al dunque e le strade degli alleati di governo si sta dividendo.

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