Sicurezza e parole di troppo

di Fiorenza Sarzanini

Il duello a distanza tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini sulla sorte dei profughi imbarcati sulla Sea Watch dimostra quanto delicato sia il tema legato ai migranti. E quanto possa influire sugli equilibri interni al governo. Anche perché si inserisce nel clima di alta tensione provocato dalla sortita dei sindaci contro il decreto sicurezza che vieta l’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo. Il rischio di un cortocircuito è molto elevato e per questo è indispensabile che ognuno faccia la propria parte senza esasperare i toni.

Ci sono dei confini che nessun esponente politico, e soprattutto istituzionale, dovrebbe mai superare. E uno di questi riguarda il rispetto della legge. Non importa se le norme piacciano o no, è indispensabile applicarle e se si ritiene che violino i diritti dei cittadini — siano essi italiani o stranieri — contestarle nelle sedi appropriate. I sindaci non possono fare ricorso diretto alla Consulta, ma esistono soggetti titolati a presentarlo. Nell’attesa chi guida le amministrazioni locali deve però rimanere nella legalità., perché sarebbe davvero pericoloso far passare il principio che si può disobbedire contro ciò che non ci sembra giusto, fornendo alibi a chi delinque per mestiere o anche solo occasionalmente.

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