Incentivi per auto elettriche, ma nuove tasse sulle altre: «I prezzi aumenteranno di centinaia di euro»

 Maurizio Donelli

La Commissione Bilancio della Camera, nella discussione nel DDL Bilancio 2019, ha approvato un emendamento che prevede l’introduzione di un sistema di «bonus-malus» sulle immatricolazioni di auto nuove, in funzione delle emissioni di CO2, valido fino al 2021. Si prevede di applicare, già a partire dal primo gennaio sulle auto nuove un’imposta crescente all’immatricolazione che varia dai 150 ai 3.000 euro e parallelamente, nello stesso triennio, di introdurre un incentivo all’acquisto di veicoli ibridi e elettrici che emettono da 0 a 90 CO2 g/km, variabile da 1.500 a 6.000 euro. Costruttori e rivenditori incrociano le dita. Se venisse approvato quanto previsto dal governo –sostengono -, il mercato dell’auto rischierebbe una nuova frenata. I prezzi delle vetture inevitabilmente aumenterebbero.

Gli aumenti

Per capire: alcuni modelli di Panda (l’auto più venduta in Italia) o Fiesta costerebbero fino a 400 euro in più e comunque il prezzo medio salirebbe di oltre 300 euro per la maggior parte delle vetture in listino di tutti i marchi. Perché si lamentano costruttori e rivenditori? Perché gli incentivi riguardano un potenziale di vendite complessive intorno alle 150 mila macchine (elettriche e ibride), pari all’8,5 per cento del mercato. Le imposte invece colpirebbe circa un milione e 350 mila acquirenti.

No dei costruttori

«Giudichiamo questa proposta estremamente negativa – dice Michele Crisci, presidente di Unrae (l’associazione delle Case automobilistiche estere presenti in Italia) ¬–. Negativa perché da un lato si va a colpire l’acquisto di vetture nuove che per emissioni di Co2 saranno sempre inferiori a quelle, vecchie e inquinanti, in circolazione. Questo porterà a una frenata delle vendite e basta un calo del 4 per cento del mercato per perdere un gettito fiscale certamente superiore ai 380 milioni di euro di imposte che la nuova tassazione porterebbe nelle casse dello Stato, considerando i dati del 2018. Dall’altro lato si va a premiare un segmento, quello dell’ibrido e dell’elettrico, che è già in crescita. I 300 milioni di incentivi previsti, servirebbero solo a premiare vendite che già si sviluppano naturalmente. Se poi ci fosse davvero un ulteriore incremento grazie agli incentivi, la somma stanziata si esaurirebbe in aprile».

I concessionari

Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto, ha dichiarato, rincara la dose: «La proposta così come presentata invece di costituire una soluzione peggiorerà il problema sia dell’inquinamento, sia delle entrate dello Stato, sia dell’impatto sul mercato e, conseguentemente, sui livelli occupazionali delle nostre aziende in cui oggi sono impiegati più di 120.000 addetti. Paradossalmente l’incentivazione di auto nuove più ecologiche prevista dalla proposta sarebbe già nettamente inferiore a quanto il mercato ad oggi ha espresso pere le vetture con emissioni di CO2 inferiori a 90g/km. Di contro la penalizzazione di autovetture Euro 6 porterebbe le seguenti conseguenze: un rallentamento del rinnovo del parco senza eliminare le vetture più inquinanti e comporterebbe inoltre un minore gettito di IVA e IPT dovuto ad una riduzione del mercato che non compenserebbe neppure in minima parte il maggior gettito derivante dal “malus”».

CORRIERE.IT

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