Il 60% degli immigrati in Italia ha la pensione senza aver mai lavorato

I dati arrivano dall’Osservatorio sui cittadini extracomunitari. Si tratta di un ufficio compreso all’interno dell’Inps che analizza l’impatto degli immigrati sul nostro sistema pensionistico.

Tema su cui tanto si è dibattutto e che vede Matteo Salvini e Tito Boeri (guarda caso) su due fronti diversi. Il primo, pronto a ribadire che gli stranieri non vadano accolti tutti. Il secondo, convinto che saranno i migranti a pagarci l’assegno di riposo dal lavoro.

Chi ha ragione e chi torto? I dati ad oggi sembrano dirci che per ora sono gli italiani a pagare tante pensioni agli stranieri. Al sistema assicurativo pubblico sono registrati ben 2.259.000 immigrati su un totale di circa 6 milioni di extracomunitari residenti nel Belpaese. A incassare già un assegno sono in 90mila e sei su dieci – secondo quanto riporta La Verità – non avrebbero il sussidio coperto da contributi versati in passato. Tradotto: a pagargli la pensione sono gli italiani con le loro tasse.

Dei due milioni e rotti di stranieri iscritti all’Inps, 1.700.000 sono attualmente occupati e percepiscono un reddito di tipo dipendente, mentre altri versano i contributi in base alle leggi per i lavoratori autonomi. Tutto giusto. Peccato che nel 2017 l’Inps abbia pagato qalcosa come 96.743 pensioni a cittadini extracomunitari e di questi ben 60mila incassano una pensione assistenziale, ovvero non coperta da contributi versati in precedenza. Molto spesso, fa notare La Verità, si tratta di “ricongiunti con gli immigrati, in altri di stranieri giunti in Italia ma che non hanno maturato nonostante l’età un numero di contributi necessari per ricevere una pensione”. A questi 60mila vanno aggiunti poi altre 10mila persone che incassano assegni ti tipo indennitario, tipo le invalidità da infortunio o simili. E siamo già a circa 70mila. Solo il 29% dunque avrebbe la pensione coperta dai contributi, anche se in questa quota rientrano anche le pensioni di invalidità, di vecchiaia ecc ecc.

Infine, bisogna considerare anche i percettori di prestazioni di sostegno al reddito che sono 120mila. Ovvero persone che hanno un reddito ridotto e che vengono aiutati dalla collettività.

IL GIORNALE

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