Manovra, si tratta sul deficit. E la Borsa riparte

di ANTONIO TROISE

Roma, 27 novembre 2018 – Si tratta sul deficit, dal 2,4% al 2,2%. O anche più giù, se dovesse servire. Ma, prima del taglio (-0,2% sarebbe equivalente a 3,6 miliardi), conferma delle misure chiave della Finanziaria, a cominciare da Quota Cento e Reddito di Cittadinanza, con l’opzione di spostare parte delle risorse recuperate sul capitolo degli investimenti. L’obiettivo, spiegano a Palazzo Chigi, è “rilanciare crescita e sviluppo”. Ieri sera, il vertice fra il premier Conte, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, i due leader della maggioranza, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, i sottosegretari al Mef, Laura Castelli e Massimo Garavaglia, e il ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, si è subito trasformato nell’ennesimo duello fra i partiti della maggioranza. Nessuna rottura, ma l’impegno a rivedersi quando saranno chiari i costi dei provvedimenti. Insomma, manca ancora la quadra. Anche se si lavora, spiegano fonti del ministero dell’Economia, “nell’ottica di arrivare ad un accordo con l’Ue”. “Si è concordato – spiegano il premier e i vice – di attendere le relazioni tecniche su reddito e pensioni al fine di quantificare con precisioni le spese effettive. Le somme recuperate saranno riallocate, privilegiando la spesa per investimenti”.

Nel frattempo, scattano i primi no del governo agli emendamenti presentati dalla maggioranza.

Prima vittima, la cosiddetta “sugar tax” sulle bibite zuccherate. Quasi certo anche, lo slittamento di qualche mese del Reddito di Cittadinanza, per ridurre i costi e liberare risorse per gli investimenti. Con la possibilità, se dovesse servire, di arrivare anche a giugno, avviando prima la riforma dei centri dell’impiego. Ma i Cinquestelle non vogliono sentir parlare di un restringimento della platea. E respingono anche l’ipotesi di dirottare parte delle risorse sulla riduzione del cuneo fiscale. Confermano che il decreto sul reddito di cittadinanza arriverà entro dicembre.

Sacrifici anche per la Lega: potrebbe esserci qualche penalizzazione in più per ridurre il numero dei lavoratori che potrebbero optare di andare in pensione con Quota Cento già nel 2019. La schiarita di sabato scorso a Bruxelles, dopo la cena fra Conte e il presidente della Commissione, Jean-Claude Junker ha fortemente cambiato il clima sui mercati finanziari. La Borsa di Milano ha infatti scommesso sulla ritrovata pace dell’Italia con l’Europa, con l’indice che è schizzato ieri di quasi il 3% (2,77 per la precisione) mentre lo spread torna abbondantemente al di sotto di quota 300, fermandosi a 290 punti.

Il leader della Lega, Matteo Salvini, replica a chi accusa l’esecutivo di aver ingranato la retromarcia rivedendo al ribasso il deficit: “Casomai si tratta di un’avanzata. Così si tolgono gli alibi all’Ue: se continuano a dire di no allora vuol dire che è una cosa pregiudiziale”. Anche Luigi Di Maio sdrammatizza: “Non guardiamo ai numerini ma ai cittadini. Se dentro la contrattazione deve diminuire un po’ di deficit, per noi non è importante”.
Si punta a evitare la procedura d’infrazione per la prossima primavera, in contemporanea con le elezioni Europee.

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