Il M5S mette i giornali all’indice

Mentre Roberto Fico assicura che la libertà di stampa va tutelata e l’Agcom stigmatizza gli insulti di Alessandro Di Battista ai giornalisti, dal Movimento 5 Stelle arriva l’ennesimo – feroce – attacco ai media.

E in particolare a cinque testate messe “all’indice” dai grillini, che dopo la battaglia sulla prescrizione tornano a cavalcare un altro dei temi a loro cari, quello del conflitto di interessi.

Cinque testate e quattro editori. Tutti – sostengono – mossi da interessi industriali o da intrecci con il partito di riferimento. I nomi? I soliti “obiettivi” dei Cinque Stelle. Cioè Paolo Berlusconi (il Giornale), Marco De Benedetti (Repubblica e La Stampa), Francesco Gaetano Caltagirone (Il Messaggero) e Antonio Angelucci (Libero).

Così testate “ree” soltanto di aver sempre smascherato le magagne dei grillini diventano fabbriche di bufale e disinformazione. “Anziché informare i cittadini, l’obbiettivo diventa orientare l’opinione pubblica dando poca rilevanza a certe notizie, o non pubblicandole, rilanciare notizie tendenziose e in alcuni casi promuovendo vere e proprie fake news per soddisfare gli interessi affaristici o politici dell’editore”, sostengono i 5Stelle, “Questa non è libertà di informazione, è inquinamento del dibattito pubblico”.

Insomma, superato lo scoglio economico – pur senza aver ancora fatto i conti con l’Europa -, il Movimento 5 Stelle getta la maschera e rilancia la crociata mai dimenticata: “Il primo fondamentale passo è liberare l’informazione dal conflitto di interessi”, dice, “Oggi non se ne parla più e non perché il problema sia stato risolto, ma perché si è ampliato e praticamente quasi tutti gli editori dei principali giornali nazionali si trovano in conflitto di interesse, causando un danno alla qualità dell’informazione italiana che non a caso è considerata dalle classifiche internazionali come parzialmente libera”.

La soluzione? “Schedare” gli editori da mettere all’indice in nome di una “battaglia di chi ama davvero l’informazione”. “In post successivi approfondiremo il profilo di ogni singolo editore citato, quindi gli interessi industriali e gli intrecci con il partito di riferimento, e anche di altri che non sono affrontati in questa sede”, minacciano, “È importante ricordare che quasi tutti questi editori possiedono anche molte testate locali, ma anche questo sarà occasione di approfondimento successiva”.

IL GIORNALE

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