Piazza Affari rimbalza con spread sotto 300 punti. Petrolio fa da traino

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Prima seduta di recupero per Piazza Affari dopo tre cali consecutivi che hanno comportato un tonfo complessivo del 4,3%. Nel giorno in cui la discussa Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza è approdata alle Commissioni Bilancio delle Camere, il FTSE MIB, al termine di una giornata nervosa sia sull’azionario sia sui titoli di Stato, è salito dell’1,06% risultando il migliore in Europa favorito anche dal leggero ridimensionamento dello spread Btp/Bund sotto quota 300 punti (segui il rendimento dei decennali). Questo ha permesso un parziale ritorno degli investitori sui titoli bancari (+2,2% Intesa Sanpaolo e +1,2% Unicredit le migliori) con due eccezioni: il -2% di Bper Banca e il -3,7% di Bca Carige che, secondo indiscrezioni, intende chiedere a Bce più tempo per definire il proprio piano di rafforzamento patrimoniale ma che si trova davanti alla difficile operazione di collocamento di un bond subordinato. A sostenere il Ftse Mib sono stati in primis i petroliferi: i giudizi degli analisti di Kepler e l’apprezzamento del petrolio in area 84,75 dollari al barile nel Brent e vicino a 75 dollari nel Brent ha guidato Saipem a +3,3% e Eni a +2,6%. Brillante Tenaris (+3,3%).

Nel resto d’Europa denaro sull’energia e sui minerari, grazie alla corsa dei metalli e in primis del rame, che hanno permesso a tutte le Borse europee di chiudere in rialzo insieme al recupero dei tecnologici accompagnato dalle performance positive del Nasdaq.

Intanto Wall Street è in calo mentre il rendimento dei Treasury, i titoli di Stato Usa, si mantiene sopra il 3,2% nella scadenza a dieci anni. Ieri il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime di crescita mondiale (+3,7% nel 2018 e nel 2019) . L’istituto di Washington ha ridotto anche le stime sui volumi degli scambi commerciali globali di beni e servizi, visti crescere del 4,2% quest’anno e del 4% il prossimo, in calo rispettivamente dello 0,6% e dello 0,5% rispetto a calcoli passati. In rimonta invece il Nasdaq.

Manovra economica sotto la lente
Il ministro all’Economia, Giovanni Tria, in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha sottolineato che «I recenti livelli di rendimento dei titoli di Stato non riflettono i dati fondamentali del Paese» e ha inoltre commentato che lo spread scenderà. Secondo il ministro, comunque, «una volta che il programma di politica economica sarà approvato dal Parlamento si dissolverà l’incertezza che ha gravato sul mercato dei titoli di Stato negli ultimi mesi». Tria ha di nuovo puntato l’indice sulla crescita che la manovra economica dovrebbe generare. Così il deficit strutturale sarà all’1,7% del Pil nel 2019 (con un peggioramento del saldo di 0,8 punti rispetto a quanto previsto precedentemente) , ma poi resterà stabile nel 2020 e 2021. «In questo scenario – ha spiegato il ministro – il raggiungimento dell’Obiettivo di medio termine sarà graduale negli anni a seguire. Tuttavia una volta raggiunti i livelli di Pil e occupazione prossimi ai livelli pre-crisi che ci aspettiamo a fine triennio la ripresa del percorso potrà essere anticipato». Bankitalia, però, ha sottolineato che i moltiplicatori ipotizzati nella manovra economica governativa « non possono darsi per scontati». Intanto continua il botta e risposta con le autorità europee: il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker , ha dichiarato che «Sta ai ‘policy maker’ italiani trovare regole e misure che permettano all’Italia di restare all’interno dei target di bilancio concordati, non sta alla Commissione».

Nella notte il Fondo Monetario Internazionale ha confermato per il Belpaese le stime già diffuse lo scorso luglio, con un pil previsto in crescita dell’1,2% quest’anno e dell’1% nel 2019. Ha tuttavia peggiorato le previsioni sul rapporto deficit-pil e su quello debito-pil. L’Fmi ha invece dato una sforbiciata alle previsioni sull’economia mondiale, al 3,7% sia quest’anno, sia l’anno venturo, invece che al 3,9% stimato lo scorso luglio. Il premier, Giuseppe Conte, si è dichiarato fiducioso su una revisione al rialzo delle previsioni del Fondo, in modo da tenere conto della manovra economica già indicata nel Def.

Banche volatili insieme allo spread
A Piazza Affari le azioni delle banche sono state volatili in linea con l’andamento dello spread, anche se è rimasta in netto ribasso Banca Pop Er Gli investitori, comunque, sono guardinghi nei confronti del settore anche perchè, ieri gli analisti di Credit Suisse hanno parlato chiaro: se lo spread italiano si portasse oltre i 400 punti, probabilmente numerosi istituti sarebbero costretti a lanciare manovre di rafforzamento del proprio capitale.

Banco Bpm ha segnato una delle performance migliori del settore, grazie alla notizia riferita ieri dal Sole 24 Ore secondo la quale l’istituto ha aperto un dossier per la vendita della quota di Agos Ducato, società di credito al consumo. Più in dettaglio in questi giorni sono in corso discussioni per scegliere un advisor, incaricato di razionalizzare la struttura del gruppo bancario nel settore del credito al consumo, in modo da evitare sovrapposizioni sorte dopo la fusione tra la Popolare di Milano e il Banco Popolare. In particolare Banco Bpm vorrebbe cedere la quota posseduta in Agos Ducato, pari al 39% (il restante 61% appartiene a Credit Agricole). Del resto la banca guidata da Giuseppe Castagna possiede anche un’altra controllata nel credito al consumo, cioè Pro-Family. Il Sole sottolinea che azioni di capital management sulle controllate potrebbero portare risorse a Banco Bpm in vista della cessione del mega-pacchetto di sofferenze.

Focus su petroliferi, bene Pirellì e Fiat Chrysler
L’andamento del greggio ha favorito gli ordini in acquisto sul comparto petrolifero, che così puntella l’indice milanese. In particolare, si sono messe in evidenza le azioni di Saipem e Tenaris, oltre che le Eni favorite da una raccomandazione positiva degli analisti di Kepler Cheuvreux. Bene anche le Pirelli & C, nel giorno in cui è andata a buon fine un’operazione in Cina e recupera dopo gli scossoni registrati nei giorni scorsi insieme al mercato italiano.

In particolare , la società di pneumatici questa mattina ha annunciato di avere sottoscritto il closing per l’acquisto di una partecipazione del 49% della Joint Venture che detiene, attraverso la società Jining Shenzhou Tyre Co., un nuovo stabilimento di produzione di pneumatici Consumer in Cina. L’investimento di Pirelli è pari a circa 65 milioni di euro. Intanto gli analisti di Equita raccomandano di acquistare le azioni di Pirelli (‘Buy’), per le quali stimano un target di prezzo a 8,5 euro. Del settore auto, Fiat Chrysler Automobiles ha guadagnato l’1%: gli analisti di Mediobanca Securities hanno giudicato positivamente il lancio della nuova Jeep Renegade ibrida che sara’ sul mercato a partire dal 2020.

Reazione timida in Borsa di Leonardo – Finmeccanica (+0,2%) e Fincantieri (-0,9%) al rafforzamento della collaborazione tra i due gruppi nel settore delle navi militari: per quanto gli analisti apprezzino la ritrovata collaborazione tra le due aziende dopo la questione Vitrociset, il timore è su quali conseguenze questa alleanza rinsaldata possa avere sulle trattative Italia-Francia per la creazione di un consorzio di navi militari tra Fincantieri e Naval Group con il coinvolgimento del gruppo della Difesa francese Thales.

Euro rimane sotto 1,15 dollari, si rafforza la sterlina. Petrolio sale
Sul fronte delle valute, l’euro rimane debole nei confronti del biglietto verde, al di sotto della soglia di 1,15 dollari (segui qui i principali cross) aggiornando i minimi dal mese di agosto in area 1,1450. In chiusura il cambio si è fermato a 1,1479. In discesa sotto 130 l’euro/yen a 129,8. In generale rafforzamento la sterlina: domani la Commissione europea farà il punto con il negoziatore Michel
Barnier della trattativa sulla Brexit. Sale il valore del greggio (segui qui il Brent e il Wti). I prezzi del barile si sono posizionati sopra quota 84,5 dollari per quanto riguarda il Brent trattato a Londra e vicino ai 75 dollari per il Wti di New York complici i timori per gli effetti sulla produzione americana di greggio derivanti dall’incendio avvenuto alla raffineria canadese di Saint-Jean e dal passaggio dell’uragano Michael sugli Stati Uniti.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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