Pedofilia, il Papa in Irlanda: “La Chiesa ha fallito e io mi vergogno”

dal nostro inviato PAOLO RODARI

DUBLINO –  Un’ora e mezza di faccia a faccia diretto con otto vittime di preti pedofili. Per ribadire ancora una volta la volontà della sua Chiesa di non voltare più lo sguardo e la politica di tolleranza zero verso i responsabili degli abusi. Papa Francesco ha concluso così la prima giornata della sua visita in Irlanda, Paese fra i più colpiti dalla piaga della pedofilia dei religiosi. Una terra che era pronta ad accoglierlo con scetticismo e con diffidenza, in attesa di una presa di posizione più dura di quella dei suoi predecessori. Solo al termine del viaggio si capirà se Francesco avrà vinto la sfida.

Il Papa è arrivato in Irlanda parlando di “crimini ripugnanti”, per la Chiesa e per lui stesso, “causa di sofferenza e di vergogna”. Ha toccato il tema subito, al Castello di Dublino, in apertura della visita per l’Incontro mondiale delle famiglie, parlando davanti alle autorità, alla società civile e al corpo diplomatico. Poi ha ribadito il concetto nella messa nella cattedrale della città.

L’Irlanda è stata travolta dagli scandali negli anni scorsi: dal gennaio 1975 si sono registrate 1.259 denunce di abusi contro 489 sacerdoti o religiosi in 26 diocesi, e di questi accusati, solo 36 sono stati portati di fronte ai tribunali penali. Come scrive Vatican Insider, tuttavia, il dato significativo è quello più recente a disposizione: nel 2017 sono state raccolte 135 denunce nei confronti di 98 preti, ma soltanto una di queste era relativa ad abusi accaduti dopo l’anno 2000. A dimostrazione che le misure per la prevenzione negli ultimi anni funzionano. Anche se il peso delle colpe del passato resta. Non a caso, le vittime hanno organizzato un’importante manifestazione per chiedere alla Chiesa di fare di più. Mentre le foto di vittime, accompagnate dalle parole “verità”, “amore” e “giustizia”, sono state proiettate sulle mura del General Post Office.

Francesco ha detto di essere “ben consapevole della condizione dei nostri fratelli e sorelle più vulnerabili – penso specialmente alle donne che nel passato hanno patito situazioni di particolare difficoltà”. E ha spiegato che “considerando la realtà dei più vulnerabili”, non si può “che riconoscere il grave scandalo causato in Irlanda dagli abusi su minori da parte di membri della Chiesa incaricati di proteggerli ed educarli”.

Ha parlato senza mezzi termini di “fallimento delle autorità ecclesiastiche – vescovi, superiori religiosi, sacerdoti e altri – nell’affrontare adeguatamente questi crimini ripugnanti”. Un fallimento, ha detto, che “ha giustamente suscitato indignazione e rimane causa di sofferenza e di vergogna per la comunità cattolica. Io stesso condivido questi sentimenti”. Sottolineando: “Nella Lettera al Popolo di Dio ho scritto che la Chiesa deve eliminare questo flagello ad ogni costo”.

Pedofilia, Papa: “La Chiesa ha fallito, provo dolore e vergogna”

Ha fatto dunque sue le parole di Benedetto XVI che, nella lettera pastorale ai cattolici d’Irlanda del 2010, “non risparmiò parole per riconoscere la gravità della situazione e domandare che fossero prese misure ‘veramente evangeliche, giuste ed efficaci’ in risposta a questo tradimento di fiducia”.

Bergoglio ha detto anche che “ogni bambino è un dono prezioso di Dio da custodire, incoraggiare perché sviluppi i suoi doni e condurre alla maturità spirituale e alla pienezza umana”. “La Chiesa in Irlanda ha svolto, nel passato e nel presente, un ruolo di promozione del bene dei bambini che non può essere oscurato. È mio auspicio che la gravità degli scandali degli abusi, che hanno fatto emergere le mancanze di tanti, serva a sottolineare l’importanza della protezione di minori e adulti vulnerabili da parte dell’intera società. In questo senso, siamo tutti consapevoli dell’urgente necessità di offrire ai giovani un saggio accompagnamento e valori sani per il loro cammino di crescita”.

Viaggio di papa Francesco in Irlanda: a Dublino proiettate le foto di vittime di abusi del clero

 

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