Nella Livorno M5s è già rissa tra grillini e leghisti

Roma Iniziano ad aprirsi le prime crepe nell’intesa gialloverde. A Livorno il sindaco pentastellato Filippo Nogarin, colui che si schierò contro la decisione del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di chiudere i porti, invitando le navi Ong ad attaccare nel porto labronico, minaccia infatti querela nei confronti del leghista Lorenzo Gasperini, esponente locale, candidato alle ultime elezioni politiche e indicato come uno dei prossimi candidati alle comunali di Livorno e provincia.

Al centro della polemica una dichiarazione di Gasperini che accusa il primo cittadino dei Cinque stelle di proteggere la «delinquenza livornese come i sindaci che proteggono i boss di Mafia e Camorra».

Durante la manifestazione di strada «Effetto Venezia», alcuni esponenti del centro sociale «Refugio» di Livorno avevano infatti attaccato uno striscione con cui accusavano il governo di essere responsabile in 50 giorni di 55 aggressioni a carico di extracomunitari e di essere razzista e fascista. Il nuovo questore, insediato il giorno prima, aveva inviato alcuni agenti a mantenere l’ordine pubblico e a imporre che lo striscione fosse tolto. Gli esponenti del centro sociale non avevano gradito e si erano ribellati. Ne era partita una carica leggera in cui erano rimasti feriti 5 agenti e il vicario del questore, donna, aveva riportato la frattura del polso con prognosi di 30 giorni. La segreteria provinciale di Livorno del sindacato di polizia Fsp (ex Ugl) nei giorni scorsi ha inviato un durissimo comunicato con cui condanna in toto l’aggressione. Nogarin, anziché difendere i poliziotti, visto che è ritenuto da sempre vicino agli ambienti dei centri sociali, coi cui esponenti si è spesso fatto fotografare, ha scritto che «nessuno è innocente al 100 per cento», in sostanza accusando anche gli agenti di avere colpe per i disordini. Da lì il post di Gasperini che ha sollevato la polemica e per cui il sindaco ha annunciato querela. «Mi chiedo – chiarisce il leghista – se Di Maio sappia del comportamento del primo cittadino pentastellato, sempre più distante dalle posizioni dei 5 stelle e sempre più lontano anche da quelle delle istituzioni, che rispondono al governo di cui anche il suo partito fa parte. Per questo lancio un appello affinché Di Maio induca Nogarin a rimettersi sulla rotta via».

IL GIORNALE

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