Europa scoraggiata da Wall Street. Focus su Fca, male Buzzi

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Seduta in generale calo per le Borse europee, scoraggiate nel finale dal ribasso di Wall Street, con Milano in discesa dello 0,4%, Parigi in discesa dello 0,56%, Francoforte dello 0,62% e Madrid dello 0,4%. Ha tenuto meglio Londra, attorno alla parità (segui qui l”andamento degli indici). A deprimere l’umore degli investitori, che nelle ore precedenti avevano preferito la cautela in attesa di notizie sui dazi e sulla politica internazionale del presidente americano Donald Trump, è proprio il fatto che Wall Street, interrompendo una serie positiva che durava da cinque giornate, si attesta in ribasso, anche a causa di alcune trimestrali di peso al di sotto delle attese degli analisti. Il mercato sta inoltre assorbendo le parole incoraggianti sullo stato di salute dell’economia del governatore della Federal Reserve Jerome Powell, confermate da alcuni dati macroeconomici arrivati oggi. In particolare, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono calate ai minimi dal 1969.

Fca sotto la lente, mentre inizia scissione Magneti Marelli
A Piazza Affari sono toniche le Fiat Chrysler Automobiles, mentre il mercato si interroga sull’operazione di scorporo di Magneti Marelli, nel giorno in cui Il Sole 24 Ore ha rivelato i primi dettagli dell’operazione.

La scissione, i cui primi passi sono già stati formalizzati, avverrà attraverso un veicolo olandese. Ieri, invece,l’azienda ha smentito l’ipotesi che possa arrivare alla plancia di comando come amministratore delegato, Vittorio Colao, manager in uscita dal gruppo di tlc, Vodafone: «Come già più volte dichiarato dalla società, è previsto che l’avvicendamento avvenga a tempo debito, con una soluzione interna a seguito di un preciso processo decisionale da tempo in atto», era indicato nel comunicato del gruppo italo-americano.

Banche deboli, focus su Generali
A Milano sono andate in generale male le banche, dopo che il Fmi ha parlato di un miglioramento delle condizioni del settore, ma ha comunque segnalato che servono ulteriori progressi sia sul fronte degli Npl, sia su quello della supervisione e dell’unione bancaria. Sul Ftse Mib hanno perso terreno soprattutto Intesa Sanpaolo (-1,62%), Unicredit (-1,59%) e Banco Bpm (-1,41%), che tra l’altro ha lanciato un covered bond per un totale di 500 milioni di euro con scadenza di 5 anni e due mesi. In discesa anche Bper Banca (-0,98%) e Banca Mediolanum (-0,17%), mentre Ubi Banca (invariata) e Mediobanca (+0,37%) hanno retto il colpo. Tra le blue chip, inoltre, Generali è partita bene, ma poi ha azzerato i guadagni, nonostante la compagnia assicurativa catalizzi l’attenzione,per l’annuncio della firma di un accordo con Life Company Consolidation Group per la cessione della sua intera partecipazione in Generali Worldwide Insurance Company Limited e Generali Link per un corrispettivo base pari a 409 milioni di euro, a cui si aggiunge un importo potenziale fino ad un massimo di 10 milioni.

Ancora in calo Telecom, Buzzi maglia nera
Sul Ftse Mib le migliori sono state Pirelli (+1,22%), Campari (+1,14%), in rialzo da alcune sedute, mentre Prysmian è stata volatile nel giorno in cui termina l’aumento di capitale da 500 milioni. Ha recuperato terreno nel finale, chiudendo sopra la parità, Telecom Italia (+0,17%): gli analisti temono che i conti, che il Cda approverà il 24 luglio, siano deludenti anche a causa della concorrenza di Iliad. L’operatore francese, sbarcato da poco in Italia, ha fatto sapere di avere nel nostro Paese oltre un milione di abbonati. Questo ha messo le ali al titolo di Iliad a Parigi, dove è arrivato a guadagnare l’8%. Le quotazioni di Telecom hanno perso attorno al 30% solamente da inizio maggio. Sul Ftse Mib maglia nera per Buzzi Unicem, che risente da un lato del fatto che gli analisti di Kepler Chevreaux hanno tagliato l’obiettivo di prezzo a 24,5 euro per azione, dall’altro di alcuni dati deludenti arrivati alla vigilia dal fronte immobiliare americano (la società è attiva negli Stati Uniti). Il calo di Buzzi ha messo il freno anche ad altre società del settore delle costruzioni, come Astaldi (-3,95%) e Cementir(-0,88%). Va comunque detto che tutto il comparto europeo si è attestato in ribasso, con l’Euro Stoxx 600 Costruzioni in ribasso dello 0,78%.

In Europa giù Vivendi e Publicis
Guardando alle principali piazze del Vecchio Continente, in generale ribasso, il comparto delle telecomunicazioni si è mosso a corrente alternata. Se ha brillato Iliad, a Parigi ha perso quota Vivendi (-1,39%). Publicis (-8,78%) ha perso terreno dopo i risultati deludenti sui ricavi, che hanno messo in allarme gli analisti sulle prospettive future del gruppo. A Francoforte si è attestato in calo Linde (-0,22%), che pubblicherà i conti il 25 luglio: a sostenere il titolo non è bastato il fatto che, secondo gli analisti, la crescita organica sarà buona e più che controbilanciata dall’effetto negativo dei tassi di cambio. Sulla Borsa tedesca sono andati male anche Sap (-3,53%) e Continental (-1,73%), mentre hanno tenuto i titoli automobilistici, con Bmw in discesa dello 0,06% e Volkswagen in rialzo dello 0,46%. Stime sugli utili in ribasso hanno invece penalizzato il gruppo tecnologico Babcock, che a Londra è arrivato a perdere il 9%.

In Usa buone notizie dal fronte manifatturiero e del lavoro
Le richieste iniziali di sussidi per la disoccupazione sono calate di 8.000 unità la settimana scorsa a 207.000, il valore più basso da dicembre 1969. Gli analisti attendevano un dato a 220.000 unità. In discesa anche la media delle ultime quattro settimane, mentre il numero complessivo è aumentato di misura a 1,751 milioni. Buone notizie anche dal fronte manifatturiero, con l’indice della Federal Reserve per l’area di Filadelfia salito in giugno da 19,9 a 25,7 punti. In giugno anche il superindice dell’economia si è attestato in aumento dello 0,5% mese su mese.

Euro attorno a 1,16 dollari, recupera terreno il greggio
Sul fronte valutario l’euro, che già durante la giornata era sceso sotto quota 1,16 dollari, è scambiato a 1,1602 dollari, contro gli 1,1625 dell’apertura e gli 1,1646 della chiusura di ieri. La moneta unica è scambiata a 131,005 yen, contro i 131,15 dell’apertura e i 131,31 della chiusura precedente, mentre il cambio dollaro/yen è a 112,945. Dopo l’avvio in calo, il petrolio ritrova la via dei rialzi dopo che l’Arabia Saudita ha segnalato che la produzione di luglio sarà sostanzialmente invariata rispetto al mese precedente: i future del Wti ad agosto salgono dell’1,43% a 69,74 dollari al barile, mentre quelli a settembre del brent acquistano lo 0,38% a 73,17 dollari.

(Il Sole 24 Ore Radiocor)

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