Flat tax, offensiva azzurra: “Al 15% per le partite Iva”

Per cominciare, una mini-tassa piatta al 15% per le piccole partite Iva, alzando la soglia da 30mila a 50mila euro.

Poi, la battaglia vera sulla flat tax al 23%, primo punto del programma del centrodestra, che Forza Italia vuole inserire nella prossima legge di bilancio.

Dopo i voucher e il diritto di difesa, gli azzurri continuano ad incalzare il governo con iniziative legislative e ad appellarsi alla Lega per realizzare le promesse fatte agli elettori in materia di fisco e di occupazione. La vice presidente della Camera Mara Carfagna presenta in una conferenza stampa a Montecitorio due proposte di legge «per investire sui giovani, professionisti, commercianti, piccoli imprenditori che siano, e sulle donne soprattutto nel Sud, per contrastare la fuga di cervelli che impoverisce il nostro Paese e anche il calo di natalità».

Il primo provvedimento è, appunto, la flat tax per almeno un milione di lavoratori autonomi, free lance, «imprenditori di se stessi». Si prevede un’aliquota del 15% del reddito sostitutiva di Irpef, Iva e addizionali regionali. La soglia per il regime forfettario salirebbe a 50 mila euro e ci sarebbe uno «scalone», una fascia di uscita graduale fino a 55 mila euro. Presentata il 24 maggio, la pdl conta ora sul sostegno degli alleati.

L’ex ministro per le Pari opportunità lo dice chiaramente: «Facciamo appello alla Lega. Speravamo che riuscisse a dare un’impronta diversa al governo, invece Salvini si è imposto sull’immigrazione ma sembra arrendevole sul lavoro. I nostri alleati ci hanno copiato questa proposta, ma l’hanno fatto male, perché la loro non rispetta la normativa Ue sulle partite Iva».

Il giorno prima i deputati del Carroccio hanno infatti annunciato la loro pdl sulla flat tax, «primo step della rivoluzione fiscale», per estendere il regime minimo-forfettario del 15% a tutte le partite Iva fino ad un volume d’affari di 100 mila euro. Peccato, fa notare Renato Brunetta, al fianco della Carfagna con la capogruppo Mariastella Gelmini, il portavoce Giorgio Mulè e Andrea Mandelli, «che le semplificazioni del regime, che discendono dalla esclusione da Iva, sono ammissibili solo fino ad un massimo di 65 mila euro di fatturato».

La Gelmini sottolinea che la pdl di Fi è invece coerente con la normativa comunitaria e «può essere approvata subito, come emendamento al decreto dignità, perché ha una copertura solida». Poi aggiunge un affondo: «Il governo ha una grande ansia di redistribuzione della ricchezza, ma vorrei ricordare a Di Maio che prima qualcuno deve produrla questa ricchezza».

Quello sulle partite Iva è il primo passo, ma Brunetta annuncia che per attuare il punto numero 1 del programma del centrodestra, la flat tax per famiglie e imprese, la prossima settimana Fi presenterà una pdl che interesserà 40 milioni di contribuenti e «ha tutte le coperture necessarie».

Niente misure assistenzialistiche, sottolineano da Forza Italia, ma incentivi per l’occupazione, «per essere al fianco dei professionisti e dare un fisco più equo», spiega Andrea Mandelli. E la seconda pdl presentata da Mara Carfagna riguarda le 8 regioni a più basso tasso di natalità e di occupazione, soprattutto nel Meridione. Si tratta di incentivi alle imprese, che dovrebbero ricevere per ogni assunzione al femminile un credito fiscale pari all’Irpef.

IL GIORNALE

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