Cristiano Ronaldo alla Juve coi soldi olandesi e l’aiutino fiscale di Renzi

di Ugo Bertone

Matteo Renzi ha trovato un’ altra ragione per esser viola di rabbia. Mai l’ ex premier fiorentino avrebbe immaginato che la norma contenuta nella legge di bilancio 2017 varata dal suo governo sarebbe stata così importante, anzi probabilmente decisiva, per convincere Cristiano Ronaldo a far le valigie da Madrid in direzione Juventus, imitando gli altri Paperoni (55 nel primo anno di applicazione) che hanno scoperto il BelPaese per motivi fiscali.

Ai sensi dell’ articolo 24 bis del Tuir, infatti, i neo residenti in Italia possono pagare un forfait di 100 mila euro a fronte di tutti i loro redditi di fonte estera (per un massimo di 15 anni). Il regime, per giunta, può essere esteso ai familiari con il versamento di altri 25 mila euro ciascuno: noccioline, a fronte dei guadagni che la premiata ditta Cr7 ricava ogni anno grazie ai frutti del marchio: diritti di immagine, proventi da pubblicità e sponsorizzazione, oltre ai non trascurabili interessi sul capitale degli investimenti finanziari e immobiliari. Un fiume di denaro in arrivo da ogni parte del mondo, amplificato dalla pubblicità via web.
Un fiume di denaro che in Spagna ha suscitato la curiosità dell’ Agenzia delle Entrate che ha contestato al giocatore la mancata dichiarazione di 14,7 milioni di euro provenienti dai diritti di immagine, secondo l’ accusa occultati in alcune società delle isole Vergini Britanniche.

Vicenda archiviata – Una vicenda ormai archiviata, anche se il fisco spagnolo, grazie ad un accordo con l’ Italia, potrà comunque chiedere a Ronaldo di saldare le sue pendenze (è stata concordata, pare, una multa di 18,8 milioni).

Ma, a parte questa disgrazia, che ha avuto senz’ altro il suo peso nelle scelte di CR 7, il quadro appare chiaro: Ronaldo in Italia pagherà l’ Irpef sul cospicuo stipendio che gli verrà versato dalla Juventus ma, per tutto il resto, se la caverà con un forfait di 100 mila euro a fronte degli emolumenti percepiti dai suoi numerosi sponsor: Nike, innanzitutto, che ha siglato un contratto a vita con l’ asso portoghese per l’ importo di 24 milioni annui. Ma anche Samsung, Herbalife, Emirates, Tag Heuer ed American Tourister per citare alcuni dei 45 sponsor del calciatore che muovono, dati 2017, qualcosa più di 108 milioni di euro. Un giro d’ affari in sicura espansione dopo lo sbarco alla corte di casa Agnelli: l’ accordo tra il calciatore ed il gruppo prevede un ruolo di super testimone globale per i prossimi quattro anni con un ruolo che potrebbe coprire più prodotti del gruppo, da Ferrari al marchio Jeep o altro ancora. Senza incorrere, beninteso, nei rigori del fisco perché si tratterà senz’ altro di operazioni concluse con aziende che battono una bandiera diversa dal tricolore.

Galassia Agnelli – Nella galassia Agnelli, infatti, solo la Juventus è italiana a tutti gli effetti. Il resto della flotta batte bandiera olandese, a partire da Exor fino a Fiat Chrysler, passando per la stessa “italianissima” (nei prodotti) rossa di Maranello. A suo tempo John Elkann tenne a precisare che lo spostamento di sede di Exor da Torino ad Amsterdam nasceva da ragioni societarie (la possibilità di rafforzare la maggioranza con azioni a doppio voto, come consentito dalla legge olandese) più che da motivi fiscali. Ma la circostanza oggi torna preziosa: sia per le tasche di Ronaldo che per le possibilità di manovra del gruppo. Ma a scapito della retorica per cui l’ acquisto di Ronaldo segna una grande rivincita per il calcio italiano o, più in generale, per l’ immagine dell’ Italia: il grande colpo di Andrea Agnelli ha il sapore della salsa olandese, mica degli spaghetti.

LIBERO.IT

 

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