Facebook crolla in Borsa. Zuckerberg pronto a testimoniare al Congresso

Il titolo Facebook a meno di un’ora dalla chiusura delle contrattazioni a Wall Street è precipitato oltre il 5%. In forte calo anche Google con un tonfo di oltre il 3%. Il social network finito giorni fa in uno scandalo legato alla privacy dei suoi utenti, ha reso noto che il suo amministratore delegato, Mark Zuckerberg, intende testimoniare davanti al Congresso degli Stati Uniti. Non è chiaro – scrive il «Washington Post» – a quante audizioni dovrà parteciperà Zuckerberg . Contemporaneamente anche il titolo Twitter, sempre nel listino di Wall Street, ha fatto registrare una forte caduta perdendo oltre il 10% e poi arrivando a oltre il – 12%.

La chiusura

Alla fine Facebook ha chiuso la giornata di contrattazioni con un negativo del 4,92%: da quando è iniziata la crisi per il colosso dei social media sono andati in fumo 80 miliardi di dollari. E anche Mark Zuckerberg è più povero, avendo già perso ben 14 miliardi di dollari. Male pure Amazon che cede il 3,78%.

L’audizione di Londra

Il monito della Ue ai vertici di Facebook, recapitato dalla commissaria Ue alla Giustizia Vera Jurova alla responsabile operativa del social media Sheryl Sandberg, arriva nel giorno in cui il patron dell’azienda di Menlo Park, Mark Zuckerberg, fa infuriare proprio il parlamento di un Paese europeo, snobbando platealmente la convocazione della commissione cultura, digitale e media della Camera dei Comuni che indaga su megadata e presunte interferenze elettorali e accettando, invece, di comparire (forse il 10 aprile, con i boss di Google e di Twitter) di fronte al Congresso Usa. Un’audizione, quella di Londra, a cui era stato invitato personalmente dal presidente Damian Collins per far luce sulle «incongruenze» addebitate a suoi collaboratori in precedenti deposizioni. Salvo rispondere oggi con una letterina – dopo le scuse pubbliche a mezzo stampa – in cui si limita a offrire di mandare un paio di manager. «Sbalorditivo», commentano offesi Collins e altri deputati britannici, sollecitando il giovane nababbo californiano a ripensarci, mentre le azioni Fb continuano a sprofondare a Wall Street.

La causa

E per Facebook arrivano nuovi problemi: tre utenti americani di Facebook Messenger hanno citato in giudizio il colosso dei social con l’accusa di aver violato la loro privacy raccogliendo i dati sulle telefonate e i messaggi di testo dell’app. La causa negli Stati Uniti è stata depositata presso la corte federale del Northern District della California e punta a diventare una class-action per conto di tutti gli utenti interessati a far parte di una azione collettiva. La richiesta dei danni non è specificata. Dalla parte sua, Facebook ha ammesso di aver raccolto la cronologia di chiamate e dati messaggistici di alcuni utenti, ma solo di quelli che hanno acconsentito e ha precisato che questi dati non sono stati venduti a terzi.

L’assistente vocale deve aspettare

In conseguenza dello scandalo dei Big Data, Facebook ha rinviato la presentazione del suo nuovo assistente vocale digitale. Lo ha rivelato Bloomberg. La presentazione era stata programmata in anteprima all’incontro con gli sviluppatori in agenda a maggio. Secondo Bloomberg, dopo la violazione dei dati di milioni di utenti da parte di Cambridge Analytica, Facebook impiegherà più tempo del previsto per garantire che il nuovo dispositivo protegga sufficientemente i profili dei suoi utilizzatori. Facebook prevede comunque di lanciare entro quest’anno il nuovo dispositivo che sarà in concorrenza con Amazon Echo e Google Home.

CORRIERE.IT

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