Il centrodestra torna in corsa: ipotesi Bernini per il Senato

A due giorni dal via alla corsa, ecco che spuntano i cavalli vincenti. C’è un nome forte dei Cinque stelle per la Camera, cioè Roberto Fico, presidente uscente della Vigilanza Rai, rivale storico di Luigi Di Maio e capo dell’ala «de sinistra» del movimento.

E ce ne sono due della Lega per il Senato, Lucia Borgonzoni e Giulia Bongiorno. Ma la trattativa è ancora aperta e Forza Italia, che sostiene il tentativo di Salvini di arrivare a Palazzo Chigi, punta a conquistare Palazzo Madama. Oggi al vertice del centrodestra si presenterà con una sua proposta. Annamaria Bernini? «Non faremo capricci», promette il numero due leghista Giancarlo Giorgetti.

In questa fase il Colle si tiene accuratamente ai margini, lascia tutto lo spazio possibile «alle dinamiche interne dei partiti» e si limita ad osservare. Le consultazioni per il governo cominceranno soltanto dopo Pasqua, forse il tre aprile, e vista la situazione di stallo non avranno certo un ritmo incalzante. Sergio Mattarella spera che per quell’epoca cominci comunque a quagliare qualcosa, in un senso o nell’altro. Luigi Di Maio si mette sugli attenti e ringrazia, a lui più che agli altri serve tempo: «Sono sicuro che il capo dello Stato gestirà nel migliore dei modi questa fase. Noi apprezziamo molto che il Quirinale non stia mettendo fretta alle forze politiche».

Una cosa alla volta, intanto bisogna risolvere il cruciverba delle Camere. L’accordo tra M5s e Lega sembra sempre più saldo, soprattutto dopo il via libera del Cavaliere al negoziato. La soluzione che sta prendendo corpo prevede che Montecitorio vada ai grillini, che hanno tre cavalli in pista: Riccardo Fraccaro, Emilio Carelli e Fico, quello con più gamba. Il profilo del presidente della Vigilanza Rai appare quello giusto per intercettare voti dal centrosinistra, o quantomeno disinnescare pericolose manovre di disturbo. Se poi l’accordo si dovesse allargare all’intero ufficio di presidenza, serviranno infatti anche Leu e qualche Pd. Senza dimenticare che Fico è il capofila della componente più legata a Beppe Grillo e alle istanze originarie del movimento. I duri e puri, gli idolatri del dio No, quelli a cui «l’inciucio» con il Carroccio rimarrà sullo stomaco e che bisognerà tenere buoni.

La Lega invece dovrà indicare il presidente di Palazzo Madama, seconda carica dello Stato. Cadute per l’opposizione dei Cinque stelle le candidature di Roberto Calderoli e Paolo Romani, la favorita alla vigilia sembrava Lucia Borgonzoni, pasionaria bolognese, fedelissima di Salvini. Matteo stima pure la Bongiorno, ma non si fida della sua figura eccessivamente autonoma, senza parlare dell’ostilità di Forza Italia nei confronti dell’avvocato ex-finiana. I giochi però non sono fatti e il vertice di oggi potrebbe consegnare il Senato a Fi. In prima fila adesso c’è la Bernini.

Il Pd sul governo è ancora sulla linea dell’opposizione però tratta, eccome, sulle vicepresidenze. L’incontro di Martina e Guerini con i plenipotenziari del M5s è andato meglio del previsto ed Enrico Rosato, renziano, attuale capogruppo, ha buone possibilità per la Camera. Sarà più difficile che il Nazareno strappi una poltrona anche a Palazzo Madama. Infatti non a caso in lizza ci sono due senatrici della minoranza interna, Monica Cirinnà e Anna Rossomando, dell’area Orlando.

Se tutto andrà per il verso giusto, alla fine del mese questo primo tornante sarà superato e la nuova legislatura potrà cominciare. Ma da qui a venerdì mancano due giorni, un’eternità, e sorprese, imboscate e franchi tiratori sono possibili, anzi, data la storia, più che probabili. Forse certi. E poi non è affatto detto che l’intesa sulle presidenze parlamentari si trasformi successivamente in un accordo di governo. La salita è ancora lunga e dura.

IL GIORNALE

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