Migranti, sequestrata nave ProActiva Open Arms: l’accusa è di associazione a delinquere

di GIORGIO RUTA

La Procura di Catania ha disposto il sequestro della nave della ong spagnola ProActiva Open Arms, da sabato ormeggiata nel porto di Pozzallo (Ragusa) dove è avvenuto lo sbarco di 218 migranti.

Il porto di Pozzallo è l’approdo sicuro assegnato alla nave dopo il caso esploso due giorni fa nel Mediterraneo, quando la ProActiva Open Arms è sfuggita a un inseguimento di una motovedetta libica che minacciava di aprire il fuoco se i membri della ong a bordo non avessero consegnato le donne e i bambini raccolti da un gommone. Il caso si è sbloccato dopo una richiesta formale del governo spagnolo a quello italiano.

 

Associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina è il reato ipotizzato dalla Procura di Catania. Secondo l’accusa ci sarebbe una volontà di portare i migranti in Italia anche violando legge e accordi internazionali, non consegnandoli ai libici. Indagati dal procuratore Carmelo Zuccaro il comandante e il coordinatore a bordo della nave, identificati, e il responsabile della ong, in corso di identificazione. Il fermo è stato eseguito su indagini della polizia della squadra mobile di Ragusa e del Servizio centrale operativo (Sco) di Roma. Il provvedimento di sequestro, però, è ancora in fase di notifica. Della questione è stato informato il Consolato spagnolo in Italia. “Il provvedimento è in corso di notifica” dice l’avvocato di Open Arms, Rosa Emanuela Lo Faro; “Non è stato nominato un mediatore e quindi il provvedimento è scritto in italiano. A tradurlo sono state le persone sul posto – dichiara il legale – credo sia un ispettore di Polizia. E’ stata contestata chiaramente questa modalità di notifica e di traduzione perchè manca un traduttore ufficiale. E’ intervenuto anche il Console”.

Prima Lo Faro aveva commentato polemicamente: “Hanno istituito il reato di solidarietà. Poiché il decreto legge 286 del 1998 dice chiaramente che non commette reato chi soccorre persone, devo dedurre che hanno istituito il reato di solidarietà…”. Per l’avvocata le prime ore dopo il provvedimento sono state in salita: “Non ho potuto ancora leggere il provvedimento – aggiunge Lo Faro – perché, nonostante io sia il legale del comandante, hanno notificato il fermo e l’avviso di garanzia a un legale d’ufficio. Aspetto di leggere il provvedimento, ma non è pensabile che esista un reato di solidarietà umana”.

In tarda serata sono arrivate anche le prime dichirazioni di Oscar Camps, fondatore della Onlus. “L’ipotesi di reato è associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perché ci siamo rifiutati di consegnare alla Guardia costiera libica le donne e i bambini che avevamo salvato. Ma proteggere la vita umana in mare dovrebbe essere la priorità assoluta di ogni corpo civile o militare che si rispetti, chiamato Guardia costiera, Salvamento marittimo o Marina. Così stabilisce il diritto del mare”.

Oscar Camps, fondatore di Proactiva Open Arms, raggiunto anche lui cosi come il comandante della nave sequestrata a Pozzallo Marc Raig e il capomissione Anabel Montes da un avviso di garanzia, commenta così l’iniziativa del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro. “Impedire il salvataggio delle vite a rischio in alto mare per riportarle con forza in un paese non sicuro come è la Libia equivale ad effettuare un respingimento ed è in contrasto con lo status di rifugiato delle Nazioni Unite”.
REP.IT

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