Calabria, fiamme nel ghetto dei braccianti: un morto, 200 baracche distrutte

Si è rischiata la catastrofe,venerdì notte, alla tendopoli di San Ferdinando in provincia di Reggio Calabria. Un incendio ha causato la morte di un immigrato e il ferimento di altri due, ricoverati all’ospedale di Polistena, con gravi ustioni su tutto il corpo. Il fuoco ha distrutto circa duecento baracche, costruite con materiale di risulta, facilmente infiammabile. L’incendio non sarebbe di natura dolosa, ma potrebbe essere stato causato dal fuoco che i migranti avrebbero accesso per scaldarsi. Attualmente il numero degli extracomunitari presenti nella tendopoli sarebbe di circa 2 mila persone. Il Prefetto di Reggio Calabria Michele Di Bari, sabato mattina, ha indetto una riunione per l’ordine e la sicurezza per esaminare la situazione di San Ferdinando.

Al freddo e tra i rifiuti

Lo scorso mese di agosto a pochi metri dalla baraccopoli è stata inaugurata una nuova struttura con tutti i confort, fatta di tende inviate dal Ministero dell’Interno, con sistema di video sorveglianza, Wi-Fi, ma limitato a soli 500 posti.

Il resto dei migranti è costretto a vivere nelle baraccopoli che pure dovevano essere abbattute, proprio per le difficoltà di gestione all’interno e per le disumane condizioni di vita. Nei mesi scorsi una delegazione di “Medici per i diritti umani”(Medu), ha monitorato tutta la tendopoli di San Ferdinando, organizzando con una clinica mobile visite mediche a tutti gli immigrati. Il quadro che è venuto fuori è stato sconfortante. Medu descrive la vecchia tendopoli, ubicata nella zona industriale, come uno dei più grandi ghetti italiani dove i migranti vivono al freddo e tra i rifiuti.

Un euro a cassetta

In questo periodo vengono utilizzati nella raccolta degli agrumi e vengono pagati a cassetta, 1 euro per mandarini, 0,50 centesimi per le arance. L’80% di loro lavora in nero per 10 ore al giorno. Gli immigrati sottoposti a visita medica – sostiene Medu – presentano <<chiari segni riconducibili a torture e sintomi di disturbo da stress post-traumatico e disagio psicologico>>.

CORRIERE.IT

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